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Mi manchi! Il cane e il gatto che restano soli in casa

Oramai quasi la metà delle famiglie italiane vive insieme ad almeno un cane. Dall’ultimo rapporto Eurispes, infatti, risulta che in Italia vivono con noi 10.1 milioni di cani e 8.7 milioni di gatti. Il 44,7% degli italiani vive con un cane, il 35,4% con un gatto (Rapporto Italia, Eurispes 2022).

Molte famiglie sono composte da persone adulte o anziane, altre da single ed altre ancora da genitori e figli. Questo vuol dire che gran parte di coloro che condividono la vita con il cane sono costretti ad abituarlo a trascorrere almeno alcune ore della giornata da solo per recarsi al lavoro oppure uscire per le commissioni o per un aperitivo.

In tanti credono che un cane o un gatto non abbiano la cognizione del tempo perciò non possano rendersi conto di quanto trascorra tra l’uscita e il rientro del famigliare.
Certamente cane e gatto non guardano l’orologio e non scandiscono il tempo in minuti ed ore, è evidente, ma molti di noi si rendono conto del fatto che colgono perfettamente quando nel weekend ci alziamo con più calma, usciamo in orari diversi, dedichiamo più tempo a loro. Allo stesso modo, i nostri amici animali possono abituarsi ad aspettarci tranquilli, sonnecchiando o sgranocchiando uno snack quando ci assentiamo per 3-4 ore per poi mostrare segni di insofferenza se tardiamo a rientrare.

Cane da solo a casa

C’è un limite di sopportazione della solitudine per un cane?

Una risposta univoca a questa domanda non esiste. Il limite di sopportazione della solitudine è diverso per ciascun cane e le variabili sono altrettanto numerose, riguardano l’età del cane, lo stile di vita generale della famiglia, l’ambiente in cui questo rimane in vostra attesa, le esperienze passate.

Sappiamo, ad esempio, che per un cucciolo di cane la solitudine è una condizione assolutamente innaturale considerando che questo si aspetta ed ha bisogno di vivere le sue giornate accanto alla sua vice – mamma, quello che chiamiamo proprietario, di giocare con i fratelli, di ricevere il conforto di una coccola quando si sveglia per un brutto sogno.
Fino ad almeno 4 mesi di età nessun cucciolo ha la possibilità di restare solo, nemmeno per poche ore, senza vivere un disagio che sarà più o meno profondo a seconda del suo carattere, della razza, delle competenze che ha ricevuto da mamma cane e dalla vice – mamma al momento del suo ingresso nella famiglia umana.
C’è chi consiglia di chiudere il cucciolo in una gabbia (cosiddetto kennel) perché si abitui a restare da solo oppure in un recintino da appartamento, ma se questa è una soluzione anti – danno per noi, ma non lo è ai fini di uno sviluppo equilibrato del piccolo che nella migliore delle ipotesi imparerà semplicemente la rassegnazione, vivrà un processo di distacco traumatico e si porterà disagi diversi per tutta la vita.

Per strutturare una buona autonomia di qualsiasi cane, a qualsiasi età occorre tempo, dedizione da parte del suo famigliare umano, belle passeggiate gratificanti, divertenti, rilassanti prima di affrontare le ore solitarie. Se poi si tratta di un cucciolo, anche durante le ore di condivisione del tempo in casa è fondamentale inserire momenti in cui gli si dovrà far assaporare il piacere di rilassarsi nel suo spazio dedicato, un comodo cuscino ad esempio, sgranocchiando uno snack o masticando un giocattolo, mentre ci si fa una doccia o si riordina una stanza diversa da quella in cui si trova lui, rassicurandolo con la voce se protesta dietro alla porta chiusa e gratificandolo con una coccola se sceglie di aspettarci tranquillo finché non avremo terminato.

Molti cani soffrono della cosiddetta ansia da separazione. Questa altro non è che la manifestazione di una profonda sofferenza dovuta al distacco dal referente umano, all’incapacità del cane di sostenere il distacco dal suo referente umano anche per pochi minuti, anche se solo visivo.
Si tratta di un problema impattante molto negativamente sul benessere del cane e della sua famiglia che si manifesta talvolta con veri e propri attacchi di panico, anche per brevissime separazioni, durante i quali il cane trema, cerca disperatamente qualcuno in casa, può avere attacchi di colite, urinare mentre si muove cercandoci, può distruggere oggetti e arredamento scavando e sperando di trovarci lì dove sente il nostro odore.
Proprio per evitare questo problema è veramente molto importante conoscere il proprio cane, appoggiarsi al medico veterinario esperto in comportamento e procedere per gradi affinché nessun cane viva come un trauma l’assenza della famiglia perché, comunque, per nessun cane è divertente la solitudine. Si tratta di animali di una “specie sociale”, lo sappiamo tutti, questo significa che la condizione solitaria per loro è accettabile solo se limitata nel tempo, transitoria e se la normalità è fare, esistere insieme, condividere quanto più possibile.

Perciò alla domanda possiamo rispondere solo con una parola: dipende!

Indicativamente dovremo considerare che più è limitata la solitudine nell’arco della giornata e minori saranno le probabilità che il cane manifesti disagio e problemi comportamentali. Anche l’ambiente fa la differenza perché se dovrà aspettare la sua famiglia in un piccolo appartamento, magari senza poter accedere a tutte le stanze, senza poter osservare l’esterno da una finestra o da un terrazzo sicuramente per lui sarà più dura. Per chi ha un bel terrazzo – attenzione che sia sicuro e che non permetta al cane di saltare – o un giardino il vantaggio inevitabilmente ci sarà perché lasciando al cane la possibilità di entrare e uscire gli si darà modo di annusare, osservare ciò che accade nel mondo esterno, fare i suoi bisogni se ha la necessità, giocherellare, distrarsi meglio e più che restando chiuso in casa.

Certo è che chi lavora tutto il giorno dovrà provvedere a trovare qualcuno che si occupi di far uscire il cane, non solo per i suoi bisogni ma anche perché questo avrà la necessità di avere qualcuno che gli dedichi del tempo per condividere una presenza, il gioco, le coccole.
Se invece il famigliare lavora solo metà giornata, potrebbe riuscire a cavarsela investendo sulla qualità del tempo che dedicherà al cane prima di assentarsi e quando tornerà a casa. Dovrete, in questo caso, fare lunghe e belle passeggiate prima di andare al lavoro affinché siano soddisfatti i suoi bisogni primari ma anche il suo desiderio di uscire, giocare, esplorare, fare movimento, incontrare i suoi amici. In questo modo lo aiuterete ad affrontare meglio la noia che vivrà in vostra assenza e ad accettare che una piccola parte della giornata la si trascorre lontani e con un pizzico di noia da sopportare.

Infine, se si tratta di un cucciolo oppure di un cane che ha già mostrato difficoltà a sostenere la vostra assenza, chiedete aiuto al medico veterinario curante affinché possa indicarvi il modo migliore per affrontare il problema, prima che questo diventi una vera e propria patologia comportamentale.

Gatto da solo a casa

E per il gatto, è diverso?

Sicuramente il gatto ha necessità diverse rispetto al cane, sia per quanto riguarda la relazione con la sua famiglia, sia riguardo ai bisogni di socialità e interazione.

Molti gatti hanno un rapporto molto profondo con la loro famiglia umana e sentono forte la necessità di condividere del tempo, vivere la vicinanza fisica, stare insieme. A differenza del cane, però, i gatti amano molto anche l’esplorazione dell’ambiente e l’attività in solitaria, oltre a non avere bisogno di uscire in passeggiata o interagire con altri gatti per giocare.

Perciò solitamente al gatto possiamo far tollerare bene la nostra assenza organizzando al meglio la casa e concentrandoci sulla qualità del tempo che trascorriamo con lui.

Strutturando bene l’ambiente domestico affinché il gatto abbia una vasta scelta di luoghi sui quali salire per osservare il mondo, dai quali guardare fuori, nei quali entrare per andare a caccia di palline o crocchette nascoste, arricchiremo le sue giornate anche mentre siamo al lavoro.
Il gatto, infatti, ama salire in alto, andare a caccia – che sia per davvero o cacciando a prescindere per finta – ama nascondersi, toelettarsi nella pace del punto più alto dei pensili in cucina, osservare il mondo che si muove fuori dalle finestre. Anche lui, come il cane, apprezzerà molto la vita in una casa con un bel terrazzo oppure un giardino – che sia sicuro e gli impedisca di evadere o cadere di sotto – perché qui potrà sentire odori, cacciare veri insetti, osservare i passanti, appisolarsi al caldo del sole. Se poi al nostro ritorno avrà modo di prendersi la sua giusta dose di coccole, accoccolarsi sulle nostre gambe o sbirciare lo schermo del computer mentre lavoriamo, la sua vita sarà una buona vita, anche se il lavoro ci dovesse trattenere molte ore della giornata lontani da lui.

A cura della dott.ssa Maria Chiara Catalani,
Medico Veterinario Esperto in Comportamento Animale
Centro Veterinario Gregorio VII - Roma - BluVet
Presidente Senior SISCA
PhD Fisiopatologia e Medicina Anim. d'Affezione
Consulente MyLav

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