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Disturbi intestinali nel cane e nel gatto

Quante volte ci accorgiamo che i nostri animali hanno dei problemi intestinali? Purtroppo per un proprietario non è sempre facile rendersi conto che realmente c’è qualcosa che non va. Alcune malattie intestinali (c.d. enteropatie), infatti, si associano all’insorgenza di sintomi acuti quali vomito e/o diarrea, disappetenza e malessere, mentre le malattie gastro-enteriche croniche talvolta hanno un decorso più subdolo e si accompagnano a saltuari sintomi (ad esempio vomito e diarrea occasionali, appetito capriccioso, perdita di peso) anche autolimitanti e che per questo motivo vengono spesso ignorati o sottovalutati.

Bisogna ricordare innanzitutto che l’intestino anatomicamente è suddiviso in vari segmenti: piccolo intestino (duodeno, digiuno e ileo) e grosso intestino (cieco, colon e retto). A seconda dei sintomi l’origine del problema spesso si può localizzare a livello di uno o più tratti dell’intestino.

Cane mal di pancia

Come accorgersi del problema?

Il sintomo più frequente in corso di enteropatia e di cui il proprietario si può facilmente accorgere è la diarrea, intesa come alterata consistenza e aumentato volume delle feci, e aumentata frequenza di defecazione. Altri sintomi spesso riscontrati sono vomito, flatulenze, perdita di peso o scarso accrescimento nei cuccioli/gattini, disappetenza fino alla completa perdita di appetito (anoressia), al contrario è possibile che sia presente appetito aumentato (polifagia), coprofagia (ingestione di feci), pica (ingestione di sostanze normalmente non appetibili), dolore addominale, talvolta presenza di sangue “vivo” (ematochezia) o digerito (melena) nelle feci. Bisogna ricordare, tuttavia, che alcuni dei problemi a carico del grosso intestino talvolta possono manifestarsi con la costipazione, intesa come infrequente e difficoltosa emissione di feci. Oltre al tipo di sintomo, anche il tempo di insorgenza è sicuramente un dato importante per il medico veterinario per caratterizzare la malattia intestinale. Per diarrea “acuta” si intende una sintomatologia non ricorrente che dura meno di 7-14 giorni. Mentre si definisce “cronica” la diarrea che persiste da più di 14 giorni o che si ripresenta nell’arco di 3-4 settimane.

Cane non vuole mangiare

Quali sono le principali cause di malattie intestinali?

I sintomi soprariportati sono comuni a numerose malattie non intestinali che il medico veterinario dovrà escludere. Una volta che è stato accertato il problema intestinale, le cause che possono condurre ad un’enteropatia acuta o cronica sono numerose.

Tra le causa più comuni di diarrea acuta sono riportate il cambio repentino di dieta, indiscrezione alimentare (c.d. “gastroenterite da rifiuti”, quando il proprio animale mangia qualcosa che non dovrebbe mangiare) e allergia o intolleranza alimentare. Anche l’ingestione di alcuni farmaci antinfiammatori o antibatterici, o di sostanze tossiche può portare allo sviluppo di diarrea acuta.

Negli animali giovani, non correttamente vaccinati o che non hanno ricevuto una corretta profilassi antiparassitaria, le malattie virali, parassitarie e batteriche risultano essere tra le più comuni cause di gastroenterite. In particolare, la parvovirosi canina o la panleucopenia felina sono delle malattie virali altamente contagiose e pericolose, colpiscono prevalentemente i cuccioli/gattini, ma anche animali adulti non correttamente vaccinati o immunodepressi. Tali malattie determinano sintomi gastroenterici e complicazioni che possono diventare anche letali.

Sono presenti, inoltre, delle forme infiammatorie a carico del tratto gastroenterico caratterizzate da una sintomatologia gastroenterica ricorrente o persistente e che si associano appunto all’infiammazione intestinale.

Negli animali adulti e anziani tra le potenziali cause di problemi intestinali sono da ricordare le malattie tumorali. Esistono vari tipo di tumori, a seconda del tipo di tessuto coinvolto dal processo neoplastico, che colpiscono con diversa prevalenza cani e gatti.

L’alterazione della normale flora batterica intestinale (microbioma), meglio definita oggi come disbiosi, è un problema molto frequente e può associarsi alle malattie del tratto gastroenterico e provocare alcuni dei sintomi sopra riportati.

Cane dal veterinario

Cosa fare?

Quando il proprio animale presenta dei sintomi gastroenterici, anche se può essere un problema non grave e transitorio, è sempre bene consultare il medico veterinario. Quest’ultimo, infatti, dovrà escludere le varie condizioni cliniche che si possono associare a queste problematiche, effettuare esami diagnostici più appropriati e impostare eventuali terapie di supporto, qualora necessarie.

Sarà importante per il proprietario fornire al veterinario alcuni dati clinici: stato vaccinale, trattamenti antiparassitari eseguiti, cosa mangia normalmente l’animale e quanto spesso, cosa può aver ingerito nelle ore precedenti l’insorgenza dei sintomi gastroenterici, l’esposizione a piante tossiche, sostanze tossiche o farmaci, eventuali problemi di salute del pet e farmaci somministrati. È importante ricordarsi di segnalare anche eventuali contatti con altri animali in casa o nel parco.

Sulla base della storia clinica, dei reperti riscontrati alla visita e agli esami diagnostici, il veterinario sarà in grado di determinare la possibile causa del disturbo gastroenterico o gli eventuali ulteriori accertamenti diagnostici da eseguire. Il veterinario indicherà le terapie di supporto da impostare per ridurre i sintomi e per evitare la disidratazione, conseguente all’eccessiva perdita di fluidi, ad esempio dieta, farmaci contro la nausea, integratori alimentari, trattamenti antiparassitari, e consiglierà cosa monitorare e come comportarsi in caso di persistenza dei sintomi. Nei casi più gravi sarà necessaria l’ospedalizzazione dell’animale per poterne monitorare costantemente la condizione clinica e per gestire al meglio le terapie.

Le enteropatie sono problematiche comuni nei pet e presentano numerosissime cause scatenanti. Il decorso clinico spesso è positivo, tuttavia è fondamentale non trascurare i sintomi e rivolgersi al medico veterinario per avere una chiara diagnosi e quindi la terapia.

A cura della dott.ssa Kateryna Vasylyeva DVM, PhD student
Ospedale Veterinario Universitario
Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie
Alma Mater Studiorum - Università di Bologna

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