Innanzitutto l’animale potrebbe soffrire di cinetosi, ovvero per l’eccessiva stimolazione delle strutture deputate all’equilibrio situate nell’orecchio interno (apparato vestibolare) che vengono sollecitate dal movimento ondulatorio sommato alla stimolazione centrale visiva del paesaggio che si muove intorno a chi viaggia in un mezzo di trasporto.

È piuttosto comune nei cuccioli (per immaturità delle strutture citate) e può persistere nei soggetti adulti. I sintomi riscontrabili sono irrequietezza, ipersalivazione con vomito e vocalizzi. La terapia prevede l’utilizzo di farmaci specifici in base alla prescrizione e alle indicazioni del medico veterinario curante che valuterà la specie, l’età e il peso del paziente. Il proprietario può intervenire nell’aiutare l’animale mantenendo un buon flusso d’aria fresca nell’abitacolo, percorrendo brevi tratti di strada intervallati da soste (così da potersi muovere all’esterno del mezzo) e utilizzando l’auto solo in caso di effettiva necessità.

Situazione diversa sarà se la causa è da individuarsi nell’agitazione da viaggio. L’animale potrebbe mostrare un disagio importante, legato o a pregresse esperienze negative (come ad esempio cani vittime di tratta dei cuccioli che hanno affrontato lunghi viaggi traumatici) o a completa inesperienza del mezzo (quindi senza mai essere saliti su un’auto).

È importantissimo abituare i cani fin da piccoli a questo tipo di esperienza. La fase di sviluppo comportamentale è infatti il momento della loro vita in cui sono più aperti ad apprendere e conoscere il mondo sotto la guida della base referenziale. Sicuramente bisognerà procedere in modo graduale e cercando di associare all’esperienza un ricorso piacevole.

Qualora invece di trattasse di un soggetto che ha già sviluppato agitazione da viaggio, mi sento di consigliare un percorso con un istruttore cinofilo formato che potrà seguire il percorso riabilitativo e aiutare il binomio ad uscire da questo problema.

Quando si parla di gatti la situazione è un po’ diversa, in quanto sono pochi i soggetti che effettivamente viaggiamo con regolarità e che quindi sono abituati all’automobile. La maggior parte infatti tendenzialmente viene condotta con questo mezzo all’interno di un trasportino esclusivamente per le visite veterinarie (ad esempio per la sterilizzazione, il vaccino annuale o altri trattamenti sanitari). Trattandosi chiaramente di situazioni sgradite, sarà molto difficile che l’animale apprezzi viaggiare in auto.

Tuttavia, se abituati fin da piccoli a viaggiare e spostarsi insieme al gruppo famiglia, anche i gatti potranno vivere l’esperienza con estrema naturalezza. Anche in tal caso perciò si può dire che la conoscenza e il mantenimento delle abitudini consente l’accettazione di tutto ciò che il nostro soggetto dovrà poi vivere quotidianamente.

A cura della dott.ssa Laura Mori
Medico Veterinario
Istruttore Cinofilo
Esperto in comportamento
Operatore in zooantropologia didattica