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Si può adottare un cane che ha precedentemente subito maltrattamenti? Come potrò ottenere la sua fiducia e inserirlo in famiglia?

Accompagnare in un percorso di recupero di fiducia verso un ambiente, o delle persone, o animali che il cane vede come ostili, anche se in realtà non lo sono, richiede molta attenzione al modo di esprimersi dell’animale, ai segnali di stress che invia alle persone di famiglia, che diventano il centro a cui riferirsi, la base sicura.
Non è un cammino facile, anzi è impervio, ricco di insidie, di delusioni e di frustrazione, ma alla fine la soddisfazione sarà molto grande perché, chi lo intraprende e lo porta a termine avrà l’amore, incondizionato, del suo fedele amico a quattro zampe.

Adottare un cane

Maltrattamento fisico e psicologico

Queste due domande richiedono una premessa esplicativa del concetto di maltrattamento. Questo, può essere fisico, che risulta di facile comprensione, un cane picchiato, abbandonato, o peggio che è stato oggetto di sevizie, è un cane che ha paura del suo aguzzino, e a volte anche delle persone in generale, perché la paura può essere generalizzata. Inizialmente l’animale può aver timore solo dei maschi o delle femmine, se uno di questi due tipi è stato l’artefice della violenza, o degli adulti, o dei ragazzini, di persone alte o di bassa statura, eccetera, a questo si aggiunge che un contatto eseguito senza rispettare il comportamento della vittima di maltrattamento lo porta ad aver paura di tutti gli essere umani.

Il maltrattamento fisico lascia una ferita nella psiche, per cui il cane non si fida più dell’uomo, lo evita, e, se non può evitarlo lo aggredisce, ringhiando per avvisare e poi mordendo, ma se l’esperienza negativa si ripete più e più volte, il “fedele amico dell’uomo”, potrebbe mordere senza ringhiare. La violenza subita potrebbe anche causare una lesione nel corpo, che provoca dolore al contatto o a certi movimenti, per cui il cane si sottrae agli umani per prevenire il male che questo gli provoca.

Un altro tipo di maltrattamento è quello psicologico, che si osserva in un cane che sin da cucciolo vive isolato, ha pochi contatti sociali con le persone, con i consimili o con altri animali: non li conosce, non sa come si comportano, non sa come gestire l’interazione, per cui le relazioni diventano un problema per lui. Crescendo, questo soggetto, si isola sempre di più, evita il confronto con il mondo esterno, se viene tolto dalla sua confort zone è terrorizzato, da predatore per nascita percepisce se stesso come preda, in balia degli eventi e reagisce fuggendo, nascondendosi o, se non ne ha la possibilità, aggredendo.

Fatte queste premesse, la risposta alla prima domanda è: sì, si può adottare un cane che ha subito un maltrattamento fisico o psicologico, ma non si deve sottovalutare il suo  comportamento.

Cane che ha paura

Attenzione ai segnali

Se quando lo si incontra per la prima volta, lui assume una postura bassa, si appiattisce al terreno e se si cerca di accarezzarlo, non guarda la persona che gli sta vicino, ha uno sguardo sfuggente o peggio cerca di sottrarsi al contatto fisico, o anche solo a quello visivo, se ringhia o cerca di mordere, questi sono segni che il cane ha paura, o meglio di una fobia verso le persone o di uno stato ansioso al contatto con l’essere umano. La stessa cosa potrebbe verificarsi entrando in certi ambienti domestici, oppure se portato a spasso in città, o se viene a contatto con un altro cane o un altro animale. Ovvero in tutte le situazioni che non conosce o che lo hanno traumatizzato e che hanno lasciato un segno nella sua mente.

Anche molte manifestazioni organiche, come il leccamento compulsivo, il vomito, o la dissenteria, senza una causa organica, possono essere conseguenza di una interazione stressante.

Quando ci si trova di fronte a un animale che manifesta questi comportamenti bisogna correre ai ripari, e non pensare che tanto amore ed affetto cureranno le ferite del corpo e dello spirito. Accogliere la sofferenza e il disagio è il primo passo per aiutare un cane maltrattato, ma poi è necessario l’intervento di un medico veterinario esperto in comportamento animale e dell’istruttore riabilitatore, che lavorando in sinergia, supportino il gruppo famiglia, nel quale è inserito il nostro amico a quattro zampe, ad affrontare le sue paure, a riprendere fiducia negli esseri viventi che gli stanno vicino e con l’ambiente in cui vive.

E non è da trascurare la possibilità che un trauma fisico induca il cane a difendersi, ad avere paura per non sentire male, e quindi a fuggire o sottrarsi al contesto che lo fa soffrire in una qualche maniera.

Cane che ha fiducia

Conquistare la sua fiducia

Per ottenere la fiducia di un cane maltrattato è importante applicare questi tre principi, che sono i cardini e il principio ispiratore di ogni relazione equilibrata, con un rapporto di cooperazione reciproca tra animale e uomo:

  • - TI CAPISCO cerco di comprendere quali sono i tuoi desideri, cosa mi comunichi con il tuo comportamento e ti dò una risposta adeguata;
  • - TI ACCOLGO, ossia ti accetto con i tuoi pregi e le tue fragilità e mi METTO AL TUO FIANCO PER SOSTENERTI;
  • - TI AIUTO; aiutare vuol dire accompagnarti nel percorso di crescita indicandoti la strada, senza importela ma, facendoti apprezzare quello che ti propongo, al punto che lo trovi più interessante di quello che stai facendo.

Accompagnare in un percorso di recupero di fiducia verso un ambiente, o delle persone, o animali che il cane vede come ostili, anche se in realtà non lo sono, richiede molta attenzione al modo di esprimersi dell’animale, ai segnali di stress che invia alle persone di famiglia, che diventano il centro a cui riferirsi, la base sicura.

Non è un cammino facile, anzi è impervio, ricco di insidie, di delusioni e di frustrazione, ma alla fine la soddisfazione sarà molto grande perché, chi lo intraprende e lo porta a termine avrà l’amore, incondizionato, del suo fedele amico a quattro zampe.

Ma non solo avrà la soddisfazione di aver ridato la vita a un soggetto che aveva perso ogni voglia di vivere, che si era ripiegato su se stesso, isolandosi dal mondo per trovare una pace interiore che è solo apparente, ma che svanisce, appena una piccola parte del suo mondo si modifica.

Finisco ricordando che nella borsa da visita del medico veterinario esperto in comportamento animale ci sono tante terapie, quella cognitivo-relazionale è la principale, ma come per il chirurgo, una sutura, una fasciatura, con associati gli antibiotici e gli antidolorifici costituiscono un supporto, ovviamente temporaneo, alla guarigione di una ferita del corpo maltrattato, così le terapie integrate (fiori australiani, di Back, aromaterapia, omeopatia, ecc.) e la terapia con ansiolitici, il TTouch, ecc, sono di aiuto per guarire le ferite della psiche violentata.

A cura di
Franco Fassola
Medico Veterinario esperto in Comportamento Animale
e Interventi Assistiti con gli Animali

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