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FIP nel gatto: sintomi, cause e cura

La peritonite infettiva felina (FIP) è una malattia rara ma letale che si sviluppa nei gatti infetti da alcune specie di Coronavirus felino che sono andati incontro ad una mutazione genetica naturale.
Il Coronavirus felino è infatti un comune virus che, la maggior parte delle volte, replica nell’intestino, causando lievi fenomeni di diarrea e talvolta vomito che si risolvono spontaneamente nel giro di pochi giorni e non necessitano solitamente di trattamenti speciali.

In rari casi questo virus può mutare mentre replica nelle cellule del gatto, spingendolo ad invadere alcune cellule del sistema immunitario, i macrofagi, e portando allo sviluppo della malattia che prende il nome di FIP. Una grave patologia che rimane ad oggi l’infezione che causa più frequentemente la morte nei gatti domestici.

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I sintomi e la diagnosi della FIP

Una volta che il virus mutato entra nei macrofagi del sistema immunitario può causare un’eccessiva attivazione dei macrofagi stessi, mentre le altre cellule del sistema immunitario vengono soppresse. Come conseguenza, i gatti con FIP possono sviluppare in modo aberrante dei granulomi (neoformazioni di natura infiammatoria) in diversi organi addominali, nell’occhio o nel cervello. Circa il 50% dei gatti con FIP sviluppa inoltre un versamento cavitario, ovvero del liquido aberrante che viene riversato nella cavità addominale o del torace.

Questi fenomeni passano inizialmente inosservati, poiché si tratta di alterazioni poco evidenti esternamente. Quando le condizioni peggiorano possono invece insorgere sintomi come anoressia, abbattimento, febbre, dilatazione addominale (se il versamento in addome è abbondante), problemi a respirare (se presente versamento in torace) o convulsioni (se si sviluppa un granuloma cerebrale).

La diagnosi prevede l’analisi dei segni clinici e di esami di laboratorio specifici.

Il Medico Veterinario, nel sospetto di una FIP, potrà richiedere un emogramma (per valutare i globuli bianchi) ed un esame biochimico del sangue: nei gatti affetti da FIP è spesso evidente un aumento delle proteine plasmatiche, caratterizzato da un aumento delle globuline e una diminuzione delle albumine.
Se presente un versamento cavitario, è sempre consigliato effettuarne l’analisi citologica e biochimica.
Per confermare la diagnosi di FIP è spesso necessario individuare il virus tramite specifici test, come la PCR, l’immunocitochimica o l’immunoistochimica.

È molto importante arrivare a una diagnosi certa di FIP, poiché si tratta di una malattia estremamente letale con prognosi infausta.

Veterinario fa le analisi del sangue

Il trattamento per la FIP: una terapia di supporto

Non esiste ad oggi una cura definitiva per i gatti che sviluppano la FIP: nel giro di alcune settimane o mesi dall’insorgenza dei sintomi e dalla diagnosi, questa malattia porta infatti inevitabilmente al decesso.

Ci sono tuttavia diverse terapie di supporto che possono mantenere sotto controllo i sintomi e garantire un buon tenore di vita per il gatto, fin quando possibile.

Diversi farmaci che riducono l’attività del sistema immunitario (immunosoppressivi), farmaci antibiotici e la somministrazione di fluidi per via endovenosa possono essere indicati dal Medico Veterinario. In alcuni casi, se il liquido in addome o in torace risulta eccessivamente abbondante, la rimozione periodica dei fluidi cavitari potrà essere necessaria.

La ricerca tuttavia non si ferma, ed esistono diversi farmaci attualmente in fase di sperimentazione: si tratta perlopiù di medicinali che modulano la risposta immunitaria nei gatti malati e che permettono, quindi, di tenere maggiormente sotto controllo i sintomi peggiori della FIP. Negli anni a venire potranno quindi essere disponibili nuovi farmaci con maggiore efficacia nei confronti di questa malattia.

Esiste un vaccino contro la FIP?

Sì, è possibile vaccinare contro il Coronavirus felino il proprio gatto: diversamente dagli altri vaccini disponibili in commercio, si tratta di un farmaco che viene somministrato sotto forma di spray nasale. Attualmente questo vaccino non è obbligatorio per il gatto: è possibile effettuare la vaccinazione in gatti al di sopra di 4 mesi d’età, nel caso in cui siano negativi per la presenza di anticorpi anti-Coronavirus.

L’efficacia di questo vaccino per la protezione contro la FIP non è tuttavia totale e rimane il rischio di sviluppare la malattia anche nei gatti vaccinati.

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Cosa succede se in casa ho diversi gatti ed uno di loro risulta infetto?

Come detto precedentemente, è raro che un gatto infetto da Coronavirus felino sviluppi la FIP: la maggior parte dei felini riesce ad eliminare completamente l’infezione dopo pochi mesi e senza sviluppare gravi segni clinici. È tuttavia probabile che un gatto infetto riesca a passare il virus tramite le proprie feci ad altri gatti che vivono nel suo stesso ambiente, soprattutto se vivono in casa e condividono la stessa lettiera. In questi casi aumenta il rischio che il virus riesca a mutare negli altri gatti, portando allo sviluppo di FIP.

Per questo motivo, se presente un gatto infetto in casa, è consigliato tenerlo per quanto possibile separato, facendogli utilizzare un’altra lettiera: se si possiede un numero elevato di gatti è consigliato mantenerli separati in gruppi di massimo 3-5 individui, così da diminuire la possibilità di co-infezione.

Quando un gatto sviluppa la FIP, ovvero la malattia causata da un Coronavirus felino mutato, è estremamente improbabile che la malattia si trasmetta ad un altro gatto con cui convive da tempo. Questi gatti saranno, infatti, immuni allo stesso ceppo del virus, con il quale sono già venuti in contatto in passato. Dopo un certo periodo di tempo, inoltre, il virus non viene più espulso con le feci. Tuttavia, è consigliato tenere separati gatti affetti da FIP da altri gatti con cui non sono venuti in contatto in passato o con cui non hanno mai convissuto, poiché non possiederanno gli stessi anticorpi specifici per lo stesso ceppo di Coronavirus felino.

A cura del dott. Francesco Lunetta, DVM, PhD student
Ospedale Veterinario Universitario
Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie
Alma Mater Studiorum - Università di Bologna

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