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Le vaccinazioni nel coniglio da compagnia

Il coniglio da compagnia è tra i piccoli mammiferi più amati in Italia. Per molto tempo considerato una specie non convenzionale, oggi è estremamente diffusa e ciò impone la necessità che sia i pet shopper sia i proprietari, specie quelli neofiti, siano correttamente informati anche sulle principali patologie infettive che possono minacciarne la salute. Così come i cani, i gatti e i furetti, anche i conigli da compagnia necessitano di specifiche vaccinazioni.

Vaccinazione coniglio

La mixomatosi

La mixomatosi è una patologia causata da un virus appartenente alla famiglia dei Poxviridae genere Leporipoxvirus ed è cosmopolita. Colpisce per lo più i lagomorfi (conigli, silvilago, lepri), nello specifico il coniglio europeo Oryctolagus cuniculus (Linnaeus, 1758) risulta essere la specie più sensibile. Non è una zoonosi, ossia non vi è alcuna trasmissione dal coniglio all’uomo però le conseguenze sulla salute del pet possono essere estremamente impattanti fino a causarne il decesso. Oggi la malattia è presente, seppur con diversa incidenza, in tutte le regioni da nord a sud.

Questo virus si può diffondere attraverso due principali vie. Quella diretta necessita della presenza di un esemplare infetto che diffonderà il virus nell’ambiente sia tramite il contatto diretto con gli altri esemplari, mediato dalle interazioni sociali tra questi, sia all’interno di secreti ed escreti. A questa via se ne affianca una indiretta che vede coinvolti gli insetti ematofagi, ossia quelli che si nutrono di sangue come le zanzare (1942), le pulci (già nel 1920) e i pidocchi pungitori. Il virus può sopravvivere fino a 30 giorni nel materiale organico essiccato come pelo e feci. La massima attenzione è dunque richiesta anche nella periodica pulizia delle lettiere, nella rimozione di feci, pelo, urina e substrato che dovranno essere seguite da un’accurata detersione e disinfezione degli ambienti mediante l’utilizzo di molecole che il medico veterinario consiglierà e che dovranno essere utilizzate alla giusta concentrazione. Gli scoli oculo nasali, il sangue e l’urina possono rappresentare altre vie di diffusione dell’agente patogeno da esemplari infetti a quelli sani.

La diversa virulenza dei ceppi di mixomatosi può condurre a differenti forme cliniche sia in termini di tempi della comparsa sintomatologica sia delle conseguenze per la salute del pet. A seguito della penetrazione del virus, che può avvenire per via transcutanea, orale, nasale, congiuntivale, si assiste a un decorso variabile che si traduce in forme acute e subacute. A un periodo d’incubazione massimo di sette giorni, fanno seguito i sintomi tipici della patologia come le tumefazioni soprattutto a carico delle palpebre che appaiono gonfie e caratterizzate dalla presenza di materiale purulento. Nei giorni seguenti segue un coinvolgimento genitale, anale, della milza, dei linfonodi. Le tumefazioni note come mixomi secondari compaiono infine sul dorso, alla base delle orecchie, sulle zampe e sul muso. L’esito fatale è comune entro circa due settimane.

Non di rado possono affiancarsi infezioni batteriche secondarie, come quelle sostenute dai batteri del genere Pasteurella nell’apparato respiratorio. Se il pet è colpito da forme croniche si può assistere anche alla guarigione ma con strascichi importanti sia in termini cicatriziali sia sulla salute nel tempo. Quando i coniglietti neonati hanno assunto il colostro di una madre immune, l’immunità passiva che acquisiscono contro il virus dura circa 30 giorni. Tale aspetto è un ulteriore motivo dell’importanza dello stretto rapporto con il medico veterinario fin da prima dell’acquisto ai fini della pianificazione del protocollo vaccinale idoneo. 

Visita a un coniglio

La malattia emorragica virale, un occhio costante e attento nel tempo

La RHD (Rabbit Hemorrhagic Disease), nota in italiano come MEV (Malattia Emorragica Virale), è una patologia altamente contagiosa e con elevata mortalità. L’agente eziologico è un piccolo virus della famiglia Caliciviridae molto resistente e inattivato nell’ambiente esterno attraverso l’utilizzo di specifiche molecole che saranno consigliate dal medico veterinario per il trattamento ambientale. La patologia è globalmente diffusa e nel 2010 è stato descritto l’ RHDV2, un nuovo virus, giunto in Italia nel 2011, i cui dati relativi dimostrano una diffusione tale da aver quasi sostituito l’originale RHDV e relativi genotipi. La patologia si trasmette tramite il contatto con esemplari infetti, tramite l’azione d’invertebrati ematofagi e attraverso mezzi inanimati (es. gabbie, attrezzature, suole). Si riconosce una forma e un decorso iperacuto con sintomatologia generalizzata e mortalità (fino al 90%) entro 36-48 ore. Nella forma cronica si ha un progressivo coinvolgimento epatico e una morte entro due settimane.

La patologia non è una zoonosi. Così come visto per la mixomatosi emerge l’importanza di un approccio preventivo fin da prima dell’arrivo del pet o degli esemplari e pianificare con il medico veterinario una visita clinica e la seguente profilassi vaccinale anche nei confronti di questi virus. Nello specifico, in riferimento alla MEV, è prevista una prima dose somministrabile a un mese d’età con seguente richiamo rispettando tutte le indicazioni fornite dal medico veterinario curante.

Prevenzione coniglio

Una riflessione sull’importanza cruciale delle vaccinazioni

La vaccinazione è un atto medico veterinario, per questo motivo è fondamentale che proprietari e operatori di pet shop si informino con anticipo dal proprio veterinario di fiducia che si occupa di specie non convenzionali ed esotiche sugli step clinici da seguire fin da prima dall’arrivo del lagomorfo in casa o in negozio. Non solo dunque conoscere i fondamentali aspetti legati alimentazione, all’etologia e all’arricchimento ambientale, ma anche la pianificazioni delle visite cliniche. Tale riflessione è importante tanto per i singoli proprietari, quanto per il gli operatori poiché il negozio rappresenta una zona ad alto rischio a causa del transito continuo sia di esemplari sia di persone. A tal proposito offrire esemplari sani è senza dubbio fondamentale per il benessere del pet in primis e per il cliente che ne decide l’acquisto.

La vaccinazione non deve essere considerata come la semplice inoculazione di un vaccino, bensì è un atto che deve seguire un’attenta visita clinica del singolo esemplare che inizia dall’approfondita anamnesi dello stesso. Ciò che al neofita appare come un gesto solo in apparenza semplice, è in realtà il frutto di un attento approfondimento medico veterinario. La profilassi vaccinale, in base alla scelta del medico veterinario curante, può iniziare dai 30-35 giorni di vita ed è il più importante strumento preventivo nei confronti  delle malattie infettive citate nell’articolo. Non di rado vi sono alcuni proprietari che ritengono la somministrazione dei vaccini e il rispetto dei richiami nel tempo, quasi come un atto puramente routinario. Nulla di più errato poiché nessun coniglio è al sicuro dal rischio d’infezione. Questo vale tanto per gli esemplari nei negozi, quanto per quelli in casa, inclusi quelli che non trascorrono ore all’aperto. Pensare che l’ambiente domestico sia una nicchia sicura è sbagliato poiché come visto, i vettori delle patologie descritte non di rado sono insetti volanti e parassiti che possono facilmente raggiungere ogni luogo nonché strumenti, ambienti e ricoveri contaminati condivisi.

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