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Il petauro dello zucchero, pet curioso che richiede una certa esperienza

Il petauro dello zucchero (Petaurus breviceps) è un piccolo e buffo marsupiale originario dell’Australia, Tasmania, Indonesia e Papua Nuova Guinea. Questi animali appartenenti alla famiglia dei marsupiali hanno la principale caratteristica di avere una gestazione brevissima e i piccoli, che nascono estremamente immaturi, permangono per un certo periodo nel marsupio della madre dove avviene la fine dello sviluppo.

I Petauri dello zucchero in natura vivono nelle foreste pluviali prossime all’equatore, zone in cui vi sono pochissime variazioni stagionali e della durata delle ore di luce durante tutto l’anno. Questi animali vivono in gruppi di 10-12 individui in cui maschi e femmine convivono pacificamente. In genere tutte le femmine del gruppo si accoppiano con un unico maschio, il dominante o "capo famiglia”.

I petauri sono animali notturni e passano tutta la giornata in tane scavate nei tronchi degli alberi. Durante la notte escono in cerca di cibo e per trovarlo sono anche disposti a percorrere grandi distanze. Il loro alimento preferito in natura è la linfa di acacia o di eucalipto. Si spostano agilmente saltando da un ramo all’altro e quando è necessario sono anche in grado di “planare” grazie al patagio (plica di pelle che si estende tra i polsi e le caviglie per tutta la lunghezza del corpo). Questi piccoli animali sono in grado di raggiungere anche i 50 metri col volo planato!

In natura se la temperatura scende troppo o il cibo scarseggia sono in grado di affrontare brevi periodi di letargo.

Petauro dello zucchero

Il petauro visto da vicino

Questi mammiferi hanno dimensioni relativamente ridotte, gli adulti, infatti, raggiungono al massimo i 15 cm di lunghezza corporea anche se possiedono però una coda altrettanto lunga che possono utilizzare come “bilanciere” per mantenere l’assetto durante il volo. I petauri in cattività possono arrivare a vivere fino a più di dieci anni. Essendo prevalentemente di abitudini notturne, questi piccoli animali hanno occhi grandi, sporgenti e scuri adatti a vedere in condizioni scarsa luminosità. Per tale motivo, se esposti a luce eccessiva, vedono molto male e si stressano facilmente. I petauri hanno olfatto molto sviluppato e sono in grado di riconoscere l’odore di altri esemplari della stessa specie appartenenti alla propria colonia. Le orecchie sono ben sviluppate e si muovono in maniera indipendente tra loro. Il corpo dei petauri è ricoperto da una morbida pelliccia grigia, con una striscia nera che parte dalla testa e corre lungo tutta la schiena, mentre il ventre è chiaro. Una delle caratteristiche più curiose di questi animali è senza dubbio il patagio ovvero una plica cutanea che si estende dai polsi alle caviglie in grado di aiutarli a planare. Quando sono a riposo, il patagio non è visibile e si può notare solo una leggera increspatura ai lati del corpo mentre durante il volo, il patagio si estende e forma una specie di rettangolo in grado di attenuare la caduta permettendo al petauro di percorrere lunghe distanze. Le zampe possiedono cinque dita ciascuna, dotate di unghie ben affilate. Solo il quinto dito delle zampe posteriori è privo di unghia ed è opponibile. Un’altra particolare caratteristica delle zampe di questi animali è che quelle posteriori hanno il secondo e il terzo dito parzialmente fusi alla base e separati solo all’estremità.

Nei petauri non esiste una struttura identificabile come ano (come nei mammiferi), bensì una cloaca (come negli uccelli e nei rettili), vale a dire un’apertura comune per l’apparato digerente, urinario e riproduttivo.

La distinzione dei sessi negli adulti è relativamente semplice dal momento che nei maschi lo scroto è ben visibile anteriormente alla cloaca e nelle femmine è presente a livello dell’ombelico una piccola fessura che rappresenta l’ingresso del marsupio. Un’altra caratteristica tipica dei maschi è inoltre la presenza di una zona priva di pelo che compare dopo i 7 mesi di età sulla sommità della testa. Si tratta di una ghiandola odorifera che i maschi utilizzano per marcare sia il territorio che le femmine appartenenti al loro clan.

La temperatura corporea di questi animali è di 35 gradi centigradi e il loro peso può arrivare fino a 140 grammi.

Cibo per il petauro dello zucchero

Cosa mangiano i petauri?

Questi piccoli mammiferi sono onnivori e in natura si nutrono prevalentemente di alimenti zuccherini. Adorano, infatti, la linfa di acacia ed eucalipto. La principale fonte di proteine della loro dieta sono gli insetti e non disdegnano nemmeno la frutta dolce e matura.

In cattività i vegetali rappresentano la maggior parte della razione giornaliera e devono essere sempre somministrati freschi ed asciutti. Tutti i tipi di verdura adatti all’alimentazione umana possono andare bene anche se andrebbero evitate le foglie di patata e pomodoro.

Anche la frutta di stagione è adatta a questi animali e va somministrata quotidianamente.

Le fonti proteiche in cattività dovrebbero essere costituite prevalentemente da insetti ed in particolar modo da grilli, locuste lombrichi e camole della farina. Le camole del miele vanno somministrate con parsimonia dal momento che sono molto grasse e possono favorire l’obesità. Quando non si è in grado di procurare gli insetti, alimenti con buon apporto proteico possono essere piccoli pezzi carne o uovo bollito.

Normalmente se la dieta è varia e bilanciata questi animali non hanno bisogno di alcun apporto vitaminico aggiuntivo (a parte i soggetti debilitati o le femmine gravide o in allattamento) ma è sempre necessaria una integrazione con calcio che deve essere spolverato sul pasto frequentemente (2-3 volte a settimana se la dieta è varia).

Alcuni alimenti vanno evitati in quanto poco adatti ai petauri ed eccessivamente grassi. Cioccolata, dolcificanti, zucchero, frutta candita o disidratata e le miscele di semi e frutta secca sono sconsigliati per questi animali.

Le crocchette per cani e gatti sono troppo ricche di grassi, vitamina A e D, e in quantità eccessiva possono danneggiare la salute del petauro. Sporadicamente si può tuttavia offrire una crocchetta del tipo "light" (magro) delle marche di qualità superiore.

Cucciolo di petauro

Come si allevano i petauri?

La riproduzione dei petauri in cattività è generalmente abbastanza semplice a patto che l’alloggio e l’alimentazione siano adeguati.

La femmina raggiunge la maturità sessuale a 8-12 mesi mentre il maschio a 10-14 mesi. Il ciclo estrale dura 29 giorni e la riproduzione può avvenire durante tutto l’anno (in cattività). Di solito le femmine partoriscono uno o due piccoli dopo un periodo di gestazione molto breve (16 giorni). Appena nati i piccoli entrano nel marsupio della mamma dove permangono per circa 70 giorni e terminano il loro sviluppo nutrendosi esclusivamente del latte materno. Quando il giovane petauro è ormai troppo grosso per rimanere nel marsupio, è già completamente ricoperto di peli ma non ha ancora aperto gli occhi (si apriranno solo 7-10 giorni più tardi). In questo stadio il piccolo rimane attaccato alla pancia o alla schiena della madre e periodicamente infila la testa nel marsupio per succhiare il latte. Anche il maschio contribuisce alle cure del piccolo e va lasciato nella stessa gabbia della femmina.

Lo svezzamento avviene a circa 4 mesi dalla nascita e a 5 mesi i giovani sono già del tutto indipendenti.

Adottare un petauro dello zucchero

Avere un petauro in casa

Il petauro è un animale estremamente interessante e ha un aspetto molto curioso ma  allo stesso tempo richiede molte cure e attenzioni pertanto è consigliato solo a persone che abbiano una certa esperienza e tempo da dedicargli. L’alloggio deve essere il più ampio possibile e sviluppato in altezza, pertanto le normali gabbie per roditori o conigli non sono adatte a questi animali. Si possono utilizzare in maniera efficace delle voliere di medie dimensioni (minimo 50 X 50 X80 cm per una coppia di petauri) all’interno delle quali andranno posizionati rami e appigli per permettere a quanti animali di arrampicarsi.

La voliera dovrà poi essere collocata in una zona particolarmente tranquilla della casa lontano dal trambusto e dai rumori (i petauri sono animali molto timidi) e possibilmente al riparo dalla luce solare.

La temperatura ideale per ospitare questi animali è compresa tra i 18 e i 25 gradi centigradi.

All’interno di ogni gabbia vanno collocati diversi nidi che devono essere chiusi, avere una apertura di almeno 4 cm e non permettere l’ingresso della luce (all’interno dei nidi deve esserci buio pesto). I materiali possono essere svariati, legno, plastica, vimini ecc.

I nidi vanno collocati nella parte alta della gabbia in modo da dare ai petauri maggior sensazione di sicurezza.

Le ciotole per l’alimentazione devono essere in materiale lavabile e disinfettabile e per l’acqua si possono utilizzare beverini a goccia simili a quelli per roditori.

Va sempre ricordato che i petauri sono animali sociali che vivono in colonie quindi non vanno allevati da soli.

Se il petauro è stato abituato fin da piccolo non darà grossi problemi ad essere maneggiato. È meglio iniziare a toccarlo di giorno, mentre è nel suo rifugio che dorme, in modo che sia insonnolito e di riflessi più lenti. Se quando lo prendete l’animaletto si afferra con le unghie contro qualche oggetto perché non vuole essere sollevato bisogna evitare di strattonarlo, ma liberate delicatamente le unghie con un dito. Non tiratelo mai per la coda, perché la potreste danneggiare.

Quando i petauri vengono fatti uscire è opportuno assicurarsi che cani, gatti e furetti siano fuori dalla stanza e che le finestre siano chiuse!

I petauri  inoltre sono abituati ad afferrarsi agli oggetti con le unghie, pertanto possono risultare piuttosto fastidiosi per la pelle del proprietario, che si ricopre di graffi. L’unico modo per ovviare a questo problema consiste nell’accorciare periodicamente le punte con un piccolo tronchese da unghie, tagliandone via la punta.

A cura di Igor Pelizzone
Medico Veterinario esperto in Animali esotici da compagnia
Ambulatorio Veterinario Belvedere, Reggio Emilia
Università degli Studi di Parma

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