Spesso il gatto viene considerato un animale solitario e opportunista, etichette che, sebbene diffuse, non rappresentano a pieno la complessità di questo affascinante animale.
Ma il gatto è davvero un solitario o soffre di solitudine? Approfondiamo cosa significa essere una specie a “socialità facoltativa” e come ciò influenza il modo in cui i gatti vivono con noi.

Gatto e socialità: cosa significa “socialità facoltativa”?
A differenza di altre specie sociali, come l’uomo o il cane, che si pensano al plurale e pianificano ogni azione in collaborazione con il gruppo, il gatto ha una socialità non totalizzante ma facoltativa.
In pratica, il gatto
- Agisce in autonomia: Svolge molte attività vitali come cacciare, nutrirsi, esplorare o crescere la prole senza bisogno di un gruppo.
- Condivide quando lo desidera: Non ha necessità di appartenere a un branco, ma sceglie di condividere momenti di piacere e vita quotidiana con i compagni di casa, sia umani che felini.
Questo lo rende un animale unico, capace di alternare momenti di indipendenza a comportamenti sociali profondi.

Il gatto e la vita in casa: indipendente ma curioso
La socialità del gatto dipende molto dall’ambiente in cui vive.
Un gatto cresciuto in un contesto domestico tende a sviluppare una maggiore inclinazione verso la condivisione.
Questo è evidente nella sua curiosità costante: ti osserva mentre sei al computer o cucini, ti segue in bagno, giocherellando con l’acqua, ti guarda dall’alto mentre prepari la cena.
Sebbene non collabori per cacciare o procurarsi il cibo, la sua presenza è tangibile.
In un contesto casalingo, il gatto non solo tollera, ma spesso gradisce la compagnia, rendendo la convivenza un’esperienza arricchente per entrambi.

Il gatto è solitario o soffre di solitudine?
Forse è più corretto definire il gatto un animale “solitario facoltativo”, poiché la solitudine prolungata può influire negativamente sul suo benessere.
Anche se meno evidenti rispetto ai cani, i sintomi di sofferenza da solitudine nei gatti esistono e non vanno sottovalutati.
Segnali di malessere legati alla solitudine
- Comportamenti insoliti prima di uscire: Agguati alle caviglie, tentativi di nascondersi nella borsa o vocalizzazioni.
- “Dispetti” apparenti: Strappare la carta igienica o spargere la lettiera, azioni spesso associate a uno stato di ansia o malessere.
- Momenti di apatia: Il gatto può isolarsi e sembrare meno attivo del solito.
Come migliorare la qualità di vita del gatto indoor?
Per garantire il benessere del gatto, è importante creare un ambiente stimolante e relazioni di qualità.
Ecco alcuni consigli:
- Arricchimento ambientale - Fornisci tiragraffi, percorsi sopraelevati e giochi interattivi.
Crea angoli di osservazione, come una postazione vicino alla finestra per “guardare il mondo”. - Interazioni di qualità - Dedica tempo al gioco attivo, utilizzando bacchette con piume (ricorda, no al laser).
Offri momenti di coccole e relax, rispettando i suoi tempi. - Non adottare un secondo gatto impulsivamente - L’adozione di un altro gatto non sempre è la soluzione ideale.
Spesso, il malessere è legato alla mancanza del proprietario, non alla necessità di un compagno felino.
Rivolgiti a un professionista per valutare se un secondo gatto possa migliorare la situazione.

Conclusione
Il gatto non è un animale solitario nel senso comune del termine.
È una specie a socialità facoltativa, capace di alternare momenti di indipendenza a profonde relazioni affettive.
Tuttavia, anche i gatti possono soffrire di solitudine, specialmente in ambienti monotoni o privi di stimoli. Con piccoli accorgimenti, possiamo migliorare la qualità della loro vita e rafforzare il nostro legame con loro.
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