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Cane e gatto… ci capiscono?

Cani e gatti che tipo di emozioni provano? Sanno leggere le nostre emozioni e capiscono quindi se abbiamo paura di loro? Ci risponde la dott.ssa Sabrina Giussani

Gatto amico dell'uomo

Il gatto, un compagno di vita

Il gatto (Felis silvestris catus), fin dalle origini, è stato adottato come animale da compagnia non solo per proteggere le provviste alimentari dai topi. In Turchia, il ritrovamento di una statuetta raffigurante una donna che stringe tra le braccia un animale simile a un gatto, rappresenta la prima traccia della relazione tra l’uomo e il piccolo felino.

L’immagine di un animale solitario non corrisponde alla realtà: il lungo periodo di convivenza con l’uomo ha spinto il gatto a creare relazioni sociali con i membri della famiglia umana. Per raggiungere un legame equilibrato e appagante, non solo è necessario disporre correttamente le risorse (cibo e acqua, cassette igieniche, luoghi di riposo, graffiatoi) ma anche integrare la dimensione affettiva con altre dimensioni di relazione (come per esempio collaborativa e ludica) e arredare l’abitazione a “misura di gatto”.

Cane compagno dell'uomo

La domesticazione del cane

Il cane (Canis lupus familiaris) è la prima specie animale addomesticata dagli esseri umani. Le ricerche effettuate collocano il processo di domesticazione di questo animale circa 15000 anni fa e i dati genetici dimostrano che tutti i cani derivano dal lupo grigio. Quando gli altri animali domestici non erano ancora presenti, il cane soddisfaceva le diverse necessità umane. Il cane ha influenzato lo stile di vita dell’uomo: la presenza di quest’animale ne ha favorito l’evoluzione aumentando la sicurezza del gruppo famigliare (una sentinella durante la notte) e collaborando a sfamare la famiglia umana partecipando alle battute di caccia.

È importante conoscere le necessità comportamentali tipiche della specie con cui desideriamo convivere. Per esempio, la famiglia umana deve condurre il cane più volte in passeggiata durante la giornata anche se nell’abitazione è presente un giardino. Le uscite non servono per “fare i bisogni” ma permettono al cane di comunicare con i propri simili, incontrare altre persone, annusare e conoscere il mondo.

Cane e uomo camminano fianco a fianco

Comunicare con le emozioni

Le emozioni hanno il compito di comunicare agli altri che cosa sta provando quell’individuo. Ogni stimolo (per esempio un odore, un sapore e così via) può scatenare una reazione di tipo fisiologico (la variazione della frequenza del respiro o del battito cardiaco) e comportamentale (l’espressione del volto, la postura, la cinetica del movimento e così via).

La maggior parte degli studiosi suddivide le emozioni in primarie e secondarie. Le primarie (gioia, rabbia, paura, tristezza, sorpresa, disgusto) sono espresse “muovendo” i muscoli del volto allo stesso modo dalle persone in quasi tutte le parti del modo. Le emozioni secondarie (invidia, allegria, vergogna, rassegnazione, gelosia, speranza e così via), invece, originano dalla combinazione tra le primarie e la loro manifestazione è diversa in ogni persona poiché è appresa dalla famiglia e dall’ambiente di vita.

Dal 2012, anche i mammiferi superiori (tra cui cane e gatto) sono riconosciuti capaci di provare le emozioni di base. Le espressioni del viso (occhi spalancati, pupilla dilatata, posizione delle orecchie, tensione delle labbra e dei baffi), la tensione dei muscoli del corpo, il movimento della coda e il tipo di vocalizzi emessi indicano che cosa il cane o il gatto stanno provando in quel momento. 

Paura

“Leggere” la paura

La paura è un’emozione funzionale poiché ci permette di sopravvivere. La paura insorge in modo automatico come reazione a uno stimolo percepito come minaccioso che proviene non solo dall’ambiente esterno, come per esempio vedere un’auto che si avvicina a gran velocità, ma anche dai ricordi. Un individuo che ha paura solleva e avvicina tra loro le sopracciglia, contrae le rughe della fronte verso il centro, spalanca gli occhi e la bocca è leggermente aperta. Il corpo si prepara a rispondere all’evento stressante con la fuga, l’aggressione o il freezing (restare immobili). Inoltre, la frequenza delle onde sonore degli strilli che emettiamo quando siamo spaventati è caratteristica.

Il processo di domesticazione ha permesso al cane e al gatto di trascorrere molti anni al nostro fianco e questa vicinanza ha favorito la nascita di una comunicazione condivisa. Questi animali prestano attenzione al movimento dei muscoli del volto dei referenti e ascoltano il tono della loro voce per “leggere” se sono felici, arrabbiati o hanno paura. Anche la percezione olfattiva svolge un ruolo in tutto ciò. In un test alcuni cani sono stati esposti a tre tipi di odore umano corrispondenti a felicità, paura e a uno stato emotivo neutrale: gli animali hanno mostrato un aumento della frequenza cardiaca e numerosi segnali di disagio in presenza della sensazione olfattiva legata alla paura. Ma c’è di più. I cani sono capaci di empatia affettiva nei confronti delle persone cui sono più legati tanto che stress e tensione finiscono per contagiare anche loro.

A cura della dott.ssa Sabrina Giussani,
Medico Veterinario Esperto in Comportamento Animale
Medico Veterinario Esperto in IAA
Diplomato Medico Veterinario Comportamentalista ENVF
Master in Etologia applicata e Benessere animale
Presidente Senior SISCA

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