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Xōlōitzcuintle, il cane simbolo del Messico

Xōlōitzcuintle, il cane simbolo del Messico

Il nome sembra uno scioglilingua ma lo Xōlōitzcuintle, noto anche come xolo o cane nudo messicano, è una delle razze canine dalla storia più incredibile perché davanti ai propri occhi ha visto passare millenni di storia centroamericana avvolta da un alone divino.

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Radici precolombiane

Xōlōitzcuintle è frutto della fusione di due termini che derivano direttamente dalla lingua Nàhuatl parlata dagli aztechi. Xolotl era il dio della luce (ma anche delle deformità e della morte), mentre itzcuintli stava ad indicare il cane. Divinità con il compito di traghettare il sole nell’aldilà durante la notte, Xolotl veniva spesso rappresentato con sembianze in parte canine. Nella cultura azteca, al momento della morte del proprietario, il suo cane nudo doveva essere sacrificato affinchè potesse accompagnarlo lungo il viaggio ultraterreno, aggrappandosi alla coda durante l’attraversamento dei fiumi. Affinché ciò potesse avvenire però il cane doveva aver assunto già una colorazione scura o marmorizzata del manto o della pelle.
A ulteriore conferma del ruolo svolto tra mondo terreno e ultraterreno, gli xolo venivano spesso raffigurati su statuette in terracotta di coloro rosso scuro note come le Colima dogs, rinvenute anche in alcune sepolture delle regioni occidentali del Messico.
In occidente invece le prime testimonianze sullo Xōlōitzcuintle sono state identificate a partire dal XVI secolo, e in particolare nelle opere del missionario Bernardino de Sehagùn, autore di alcuni dei più importanti scritti sulla cultura azteca. Sbarcato per la prima volta nelle Americhe nel 1529, il religioso racconta l’usanza azteca di avvolgere questi cani nelle coperte per restare al caldo durante la notte.
Quando i conquistadores diedero vita all’opera di sottomissione dei popoli nativi americani, gli xolo furono a loro volta perseguitati fin quasi a giungere all’estinzione. Declino che si è accentuato ulteriormente nei secoli successivi.

Quando l’arte diventa salvaguardia

Nel 1940 la Federaciòn Canòfila Mexicana, comprendendo che questa razza stava ormai scomparendo, indusse alcune della scena culturale ad impegnarsi per riconoscere gli xolo come emblema stesso del Messico. Tra questi troviamo anche Frida Kahlo e Diego Rivera. Non è raro osservare, anche nei musei, fotografie della grande pittrice messicana con i suoi cani xolo. Compagni di vita che le restarono accanto nei momenti peggiori della sua malattia e che compaiono anche nelle sue opere. Ne è un esempio il quadro “L’amoroso abbraccio dell’universo, la Terra, me, Diego e il sig. Xolotl” del 1949, che racconta la fine del matrimonio tra i due artisti. Una parte della dinastia dei suoi xolo da compagnia vive ancora oggi: i 13 esemplari che abitano il piano terra del Museo Dolores Olmedo di Città del Messico sono diretti discendenti di una coppia donata da Diego proprio all’amica Dolores.
Oggi questa razza è considerata un simbolo del Messico, vero patrimonio culturale riconosciuto a livello internazionale.

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Standard di razza e temperamento

La razza è inserita all’interno del gruppo 5 (spitz e razze primitive), sezione 6 (razze primitive). Ne esistono due fenotipi distinti dal mantello: uno completamente privo di pelo e uno invece con pelo che può presentarsi differente in termini di tessitura, lunghezza e distribuzione sulla superficie corporea. Sono inoltre presenti tre differenti varietà di taglie: miniatura (25-35 cm), intermedia (36-45 cm) e standard (46-60 cm). Nel complesso morfologico gli esemplari appartenenti alla razza si presentano muscolosi e robusti ma, allo stesso tempo, snelli e dal collo flessuoso. Cranio largo a cuneo, muso dritto e mascelle quadrate. Linea superiore dorsale dritta, torace profondo e petto ampio sono parte integrante degli aspetti che compongono lo standard FCI. Sebbene il temperamento di ogni singolo esemplare non possa essere il medesimo e come ormai ben noto sia sempre fondamentale un’educazione e un rapporto interspecifico corretto, la razza è in generale descritta come docile, calma, silenziosa, attenta e intelligente. Sospettosa verso gli sconosciuti, non aggressiva e ideale come cane da compagnia.

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Pelo, cute e denti

Sono tre degli aspetti morfologici più caratteristici e che colpiscono maggiormente l’osservatore. La varietà cromatica del mantello è ampia, anche nella cosiddetta varietà nuda nella quale possono essere comunque presenti ciuffi di pelo, i più caratteristici dei quali crescono morbidi dalla parte frontale della testa alla nuca. Anche i piedi, le orecchie, il collo e la punta della coda possono presentare piccoli e corti ciuffi.
Nella varietà con pelo, questo è corto e liscio e copre quasi tutto il corpo degradando man mano verso le porzioni ventrali. La cute è liscia, delicata e richiede cura nella gestione giornaliera sia in condizioni di esposizione alla luce solare, sia alle intemperie. L’epidermide può presentarsi sia di colore uniforme grigio sia nelle varie sfumature del colore fino al nero. Bronzato biondo e rossiccio sono altresì presenti come esemplari con una macchiettatura chiara che crea un effetto visivo marmorizzato. Le orecchie sono ampie, larghe e portate erette.
Il cane nudo messicano e il cane nudo peruviano sono stati al centro di un importante studio di genetica i cui risultati sono stati pubblicati sull’eminente rivista scientifica Science nel 2008. Il fenotipo nudo scientificamente definito come Displasia Canina Ectodermica (CED), è una condizione ereditaria, autosomiale e semidominante correlata a una mutazione del cromosoma 17. Da un punto di vista macroscopico questi esemplari mostrano la mancanza totale o quasi di pelo, l’assenza di alcuni denti e mortalità neonatale, aspetti apprezzabili anche in alcuni esemplari di xolo. Dallo studio è emersa una modificazione della sequenza del gene FOXI13.

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