Pet Academy

La prima causa di obesità nei pet siamo noi

Quante volte, seduti a tavola, vi sarà capitato di sentirvi osservati dal vostro pet che con occhioni languidi cerca di persuadervi a cedere un goloso boccone? E quante volte, solo per farlo contento abbiamo ceduto? 

L’obesità, definita come condizione clinica caratterizzata da eccessivo accumulo di grasso corporeo, rappresenta un problema crescente negli animali da compagnia. Secondo le ultime ricerche circa il 20-60% dei cani e dei gatti risultano essere sovrappeso o obesi.

La prima causa siamo proprio noi che, pensando di far contenti i nostri pet, tendiamo a dar loro alimenti appetibili ma molto energetici. Una forma di “malnutrizione” comune e con conseguenze potenzialmente devastanti sullo stato di salute.

Biscotti per cani

Cause di obesità nel cane e nel gatto

L’obesità è conseguente ad una eccessiva assunzione energetica da parte dell’animale rispetto al dispendio energetico giornaliero. Numerosi fattori dietetici e ambientali possono portare allo sviluppo di obesità in entrambe le specie. Ad esempio, la frequenza dei pasti, somministrazione eccessiva di snacks o “premietti” e la presenza stessa del cane durante la preparazione e il consumo dei pasti, sembrano essere tutti fattori di rischio. Alimenti di scarsa qualità, troppo energetici e anche un’alimentazione ad libitum in alcuni soggetti possono predisporre a una sovralimentazione.

Ancora, problemi comportamentali (es.: ansia, depressione, noia, incapacità di stabilire un normale comportamento alimentare) ed errata interpretazione degli atteggiamenti del proprio animale da parte del proprietario predispongono ad una maggiore probabilità di avere animali obesi. Altri fattori predisponenti riconosciuti sia nel cane che nel gatto sono il confinamento in casa e quindi una riduzione dell’esercizio fisico quotidiano, errate abitudini alimentari del proprietario, l’età (animali adulti/anziani) e il sesso (maggiore rischio per le femmine). Inoltre, la sterilizzazione/castrazione in entrambe le specie si associa spesso all’aumento dell’assunzione di cibo ed alla riduzione dell’attività fisica.

Esiste anche una chiara predisposizione genetica di alcune razze canine, comunemente riconosciute per essere a rischio di obesità: Labrador e Golden retriever, Cocker spaniel, Cavalier King Charles spaniel, Cairn terrier, Bassotto.

Solamente in una percentuale inferiore al 5% di casi di animali obesi, vi è una correlazione con processi patologici come malattie endocrine quali ad esempio ipotiroidismo (riduzione della produzione di ormoni da parte della tiroide) o iperadrenocorticismo (eccessiva secrezione di cortisolo) o terapie farmacologiche (corticosteroidi, fenobarbitale).

Effetti dell’obesità sulla salute dell’animale

L’obesità ha un importante impatto sulla salute dei nostri animali. Tale condizione clinica, infatti, può esacerbare numerosi problemi di salute, aumentare il rischio operatorio e anestesiologico e ridurre la durata di vita.

I cani obesi hanno una maggiore incidenza di problematiche ortopediche (osteoartropatie, rottura del legamento crociato, discopatie intervertebrali), presentano intolleranza all’esercizio, malattie cardiovascolari e ipertensione. L’obesità è un fattore di rischio per l’insorgenza di collasso tracheale in cani di piccola taglia, può aggravare i sintomi correlati alla paralisi laringea o alla sindrome brachicefalica e aumentare il rischio di avere un colpo di calore.

Alcune malattie ormonali, quali ad esempio il diabete mellito o ipotiroidismo, predispongono all’obesità, ma più frequentemente sono una conseguenza di tale condizione. Inoltre, si possono instaurare alterazioni del metabolismo lipidico che aumentano il rischio di insorgenza di lipidosi epatica (accumulo di lipidi nelle cellule epatiche) o pancreatite.

L’obesità impatta significativamente anche sull’apparato genito-urinario. Ad esempio, nei gatti obesi è stata riscontrata una maggiore incidenza di malattie delle vie urinarie inferiori, che possono talvolta mettere in pericolo la vita dell’animale, se portano ad ostruzione uretrale. Viceversa, nelle cagne sterilizzate sovrappeso/obese è riportata più frequentemente incontinenza urinaria che peggiora la qualità di vita del paziente e del proprietario. Un eccessivo accumulo di grasso a livello addominale predispone a complicazioni durante il parto e altri problemi riproduttivi. Alcuni studi riportano anche una associazione tra insorgenza di neoplasie e l’obesità.

Il mio cane/gatto è obeso?

Spesso la condizione clinica di sovrappeso/obesità viene sottostimata e non riconosciuta dai proprietari. Si deve fare attenzione ad alcuni cambiamenti comportamentali del proprio animale. Ad esempio, i cani obesi sono riluttanti al movimento, appaiono affaticati dopo brevi passeggiate o piccoli sforzi, possono presentare respiro russante e tollerare poco il caldo. Talvolta, possono mostrare problematiche deambulatorie e avere difficoltà ad assumere la stazione quadrupedale (alzarsi sulle 4 zampe).

I gatti obesi, invece, tendono a non toelettarsi e presentano spesso pelo untuoso e malriposto. Inoltre, l’aumento marcato dell’appetito (polifagia), maggiore assunzione di acqua (polidipsia) e aumento dell’urinazione (poliuria), talvolta possono essere sintomi clinici suggestivi di malattie sottostanti o di complicazioni conseguenti all’obesità.

Per identificare il peso “forma” dell’animale, è necessario quantificare il grasso corporeo. In medicina veterinaria esistono varie tecniche per definire questo parametro, che tuttavia risultano poco fruibili in un setting clinico e per il proprietario. Per questo motivo, ad oggi, la misurazione del peso corporeo e la c.d. valutazione della condizione corporea (Body Condition Score, BCS) sono le tecniche più utili nei piccoli animali. Il BCS è una valutazione soggettiva, effettuata dal medico veterinario, che permette di valutare la percentuale di grasso corporeo dell’animale e di conseguenza il suo peso ideale. Le due scale maggiormente utilizzate per la definizione del BCS prevedono un sistema a 5 punti (BCS di 3 è ideale) e a 9 punti (BCS di 5 è ideale). In entrambe le scale i numeri più elevati sono attribuiti a pazienti con maggiore percentuale di grasso.

Terapia

L’iter terapeutico di un animale obeso consiste nel cambiamento del regime alimentare, dello stile di vita e nel monitoraggio costante del peso.

Il medico veterinario deve quindi determinare la quantità di calorie giornaliere che devono essere somministrate al paziente e consigliare una dieta appropriata a ridotto contenuto energetico. Esistono diete commerciali apposite per la perdita di peso oppure si può ricorrere a diete casalinghe purché correttamente formulate dal veterinario nutrizionista.

Una volta stabilita la dieta adatta, occorre valutare anche il metodo di somministrazione. Sono preferibili singoli pasti frazionati durante la giornata, rispetto alla somministrazione ad libitum , generalmente sono adeguati da 2 a 4 pasti al giorno. È preferibile scegliere la persona addetta alla somministrazione dei pasti, in modo da ridurre il rischio di eccessive somministrazioni involontarie. Se l’animale è abituato a ricevere degli spuntini, questi possono essere sostituiti con bocconcini di frutta (no uva o uvetta perché possono associarsi a insufficienza renale acuta!), verdura o una piccola quantità di carne magra.

Occorre anche aumentare il consumo calorico mediante l’esercizio fisico. È consigliato aumentare la frequenza e la durata delle passeggiate, il nuoto può essere un esercizio molto utile per i cani con problemi ortopedici. Si può favorire il gioco mediante l’utilizzo di giocattoli che i cani e i gatti possono inseguire per stimolare il movimento.

La perdita di peso deve essere graduale, non più del 2% del peso corporeo a settimana. Quindi gli animali obesi impiegheranno alcuni mesi per raggiungere il peso ideale e dovranno essere sottoposti a costanti controllo veterinari. Una volta raggiunto l’obiettivo si può valutare una variazione dietetica in modo da regolare l’apporto energetico per il mantenimento del peso corporeo ideale e il paziente dovrà essere sottoposto a controlli di peso ogni 2 o 3 mesi.

Se il veterinario individuerà una malattia alla base o associata al problema di obesità, tale condizione dovrà essere correttamente diagnosticate e trattata assieme alle raccomandazioni dietetiche.

A cura della dott.ssa Kateryna Vasylyeva
Medico Veterinario

© 2022 Pet Academy | All Rights Reserved
E.V. Soc. Cons. a r.l. - P.IVA 01032200196