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Cremona avvia un progetto di pet therapy con i detenuti

È recentemente partito a Cremona un interessante progetto di pet therapy per i carcerati. A promuoverlo l’ATS Val Padana in collaborazione con l’équipe di Giuliana Caronna, medico veterinario esperto in IAA e coadiutore del cane.

Progetto carcere Cremona

Gli obiettivi dell’iniziativa

“Sotto i ciliegi” è un progetto nato dalla collaborazione tra il Dipartimento Veterinario di ATS Val Padana, la Casa Circondariale Ca’ del Ferro di Cremona e l’equipe formata da Giuliana Caronna, veterinaria esperta in Interventi Assistiti con gli Animali (IAA), e quattro coadiutori. Nasce con l’obiettivo di migliorare le condizioni psichiche, emotive e fisiche dei detenuti attraverso la cura e la relazione con gli animali.

L’iniziativa, della durata di 24 mesi, è una delle primissime esperienze di questo tipo in Lombardia. 60 appuntamenti teorici e pratici che coinvolgono ogni settimana quindici carcerati. L’intento è di ridurre gli episodi di violenza e suicidio, di ansia e depressione, allentando il senso di isolamento e migliorando anche i legami sociali.

“L’ATS della Val Padana ha accolto con entusiasmo l’iniziativa promossa dalla Casa Circondariale di Cremona – afferma Maurilio Giorgi, Direttore del Dipartimento Veterinario e Sicurezza Alimenti di Origine Animale di ATS della Val Padana -. Esperienze simili in Italia hanno dimostrato il valore di questo tipo di interventi che si pongono come finalità quella di restituire a un luogo come il carcere occasioni di relazioni sane e di rieducazione. Il rapporto uomo-animale, e nello specifico uomo-cane, permette di sviluppare sensibilità orientate al prendersi cura ed instaurare una relazione di fiducia reciproca”.

“Si tratta di un primo passo di IAA verso un progetto che speriamo possa crescere e prendere nuove forme – ha dichiarato la dott.ssa Caronna -. Siamo partiti con una serie di incontri formativi che servono ai detenuti per comprendere l’universo animale, interpretarne le richieste e i bisogni. Sul lungo periodo, questi momenti relazionali permetteranno di acquisire, migliorare e potenziare competenze sociali come l’assegnazione di ruoli, compiti e cooperazione sia nell’ambito umano sia con un’altra specie animale. Inoltre, auspichiamo che il percorso possa contribuire un domani al reinserimento sociale e occupazionale dei detenuti, aiutandoli ad avere una prospettiva e a pensare ad un futuro oltre le mura carcerarie”.

A Cremona l’attenzione per la relazione uomo-animale è sempre molto alta. Lo hanno rimarcato anche l’assessore Simona Pasquali e il Garante del benessere degli animali Laura Mori in occasione della consegna dai certificati del Patentino svoltosi lo scorso ottobre. Un percorso che viene organizzato proprio dal Comune e dall’Ordine dei Veterinari di Cremona, dall’ATS Val Padana e da Pet Academy due volte l’anno.
L’obiettivo è formare i proprietari di cani o futuri tali infondendo le nozioni di base necessarie a instaurare una corretta comunicazione con il proprio amico a quattro zampe. Un percorso fondamentale per plasmare cittadini consapevoli, che possano convivere civilmente anche con chi non possiede un animale o addirittura ne ha timore.

Il protocollo d’intesa firmato da ENCI

Anche ENCI è da tempo impegnata per l’inserimento dei cani nelle strutture detentive con il protocollo d’intesa firmato nel 2016 con il Ministero della Giustizia. Un progetto che intende supportare la genitorialità e organizzare iniziative destinate sia ai detenuti che al personale delle strutture.

Tra le attività di maggior rilievo, si segnala l’assistenza dei cani negli incontri tra bambini e parenti detenuti. L’ingresso in carcere per i familiari, soprattutto per i minori, può essere un evento di grande impatto emotivo, può generare ansie e paure nel bambino e causare ricadute negative sul rapporto con il genitore detenuto. La presenza rassicurante di un cane si dimostra molto spesso un aiuto prezioso per superare il trauma dell’accesso all’interno del carcere, le attese, i controlli e perquisizioni, ed anche per affrontare meglio il colloquio con il genitore e, successivamente, il distacco.

ENCI mette a disposizione i propri professionisti e allevatori appositamente formati, valorizzandone la figura in contesti complessi. Una grande testimonianza quindi di impegno sociale.

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