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Così è nato il rapporto tra l’uomo e il cane

I cani sono tra gli animali da compagnia i più popolari e presenti nella case. Sappiamo che sono antenati dei lupi e che il processo del loro addomesticamento iniziò addirittura 10.000 anni fa. Come esattamente ciò sia avvenuto alle origini tuttavia è tuttora un mistero. Un recente studio condotto dagli scienziati dell'Università di Azabu, in Giappone, ha esaminato le ragioni genetiche ed evolutive dell’addomesticamento dei cani, ipotizzando che possa risiedere in due mutazioni nel gene del recettore della melanocortina 2 (MC2R), coinvolto nella produzione di cortisolo, altrimenti noto come ormone dello stress.

Rapporto uomo cane

Lo studio genetico

Sebbene la forza trainante dietro il processo di addomesticamento del cane sia ancora poco chiara, è invece certo che gli adattamenti comportamentali in base ai quali questi animali hanno a poco a poco iniziato a leggere e comprendere le espressioni umane imparando le modalità per creare legami sociali sono fattori che hanno influenzato nettamente la loro accettazione e inclusione all’interno delle comunità umane.

Sappiamo che il comportamento animale viene modulato e influenzato dalle azioni di vari ormoni nel cervello. Considerato che le razze canine mostrano differenze a livello di emotività, risoluzione dei problemi, disposizione all’addestramento e di comprendere i segnali comunicativi umani, visto che i lupi hanno una scarsa propensione a comprendere l’uomo, si è ipotizzato che durante l’addomesticamento si potessero essere verificati dei mutamenti genici. Le differenze comportamentali tra cani e lupi sarebbero di conseguenza state identificate come fenotipi diversi.

All’interno dello studio, gli scienziati si sono concentrati sull’associazione tra l’abilità dei cani di comprendere l’uomo e i polimorfismi di quattro geni: recettore della melanocortina 2 (MC2R), WBSCR17, OT e OTR. Due sono state le abilità cognitive selezionate, tenuto conto della differenza sussistente appunto tra lupi e cani, testate attraverso alcuni esperimenti.

Gli esperimenti

I cani coinvolti sono stati in tutto 624. La prima serie di compiti assegnati, aventi l’obiettivo di indagare la capacità di comprensione degli animali, i cani dovevano riuscire a capire dove fosse nascosto il cibo solo osservando i gesti impartiti dagli sperimentatori, che potevano indicare, guardare o picchiettare una delle ciotole presenti nella stanza. Nel secondo esperimento invece gli animali dovevano provare ad aprire un contenitore per ottenere il premio alimentare.

Nella valutazione dell’attaccamento sociale i cani sono stati suddivisi sulla base della razza di appartenenza, separando in particolare quelle più vicine ai lupi (come ad esempio Akita e Siberian Husky) da tutte le altre varietà. Si è poi tenuto conto di quante volte e quanto a lungo gli animali guardavano l’umano per intuire le istruzioni. Si è quindi visto che i cani più simili ai lupi tendevano a stabilire meno contatti visivi con gli sperimentatori. Il che ha portato poi ad ipotizzare che la capacità dei cani di comprendere i comandi umani e  adattare il proprio comportamento di conseguenza possa essersi sviluppata all'inizio del processo di addomesticamento.

Gli scienziati hanno quindi approfondito le cause genetiche insite in questa differenza comportamentale, scoprendo che alterazioni del gene MC2R erano correlate a una corretta interpretazione dei gesti e a una maggiore propensione a stabilire un contatto visivo con gli esseri umani. In base a questi risultati, gli scienziati hanno concluso che l'MC2R potrebbe aver svolto un ruolo nell'addomesticamento dei cani, forse promuovendo livelli più bassi di stress nei confronti degli esseri umani.

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