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Una ricerca svela perché le tartarughe sono tra gli animali più longevi

Le tartarughe marine sono notoriamente tra gli animali più longevi in assoluto. Un team di ricercatori incuriositi da questa caratteristica ha cercato di mettere in luce qual è il loro segreto di “eterna giovinezza”.

Tartaruga marina

I sistemi di protezione: un elisir di lunga vita

A inizio anno è diventata virale la notizia della tartaruga Jonathan, arrivata alla veneranda età di 190 anni. Le tartarughe sono sicuramente tra gli animali più longevi, ma fino ad ora nessuno studio aveva messo effettivamente in luce il segreto celato dietro questa particolare dote. Recentemente un team internazionale di 114 scienziati è riuscito ad avviare una ricerca su ben 107 popolazioni di 77 specie tra rettili e anfibi provenienti da tutto il mondo.

In base a quanto riportato sull’articolo pubblicato nella rivista Science, è emerso come la presenza di una protezione, come può essere il guscio delle tartarughe, sembrerebbe contribuire a un invecchiamento così lento da risultare praticamente trascurabile.

Le congetture e i risultati dello studio

Per giungere a queste conclusioni i ricercatori hanno utilizzato metodi filogenetici comparativi: gli animali vengono catturati, contrassegnati, rilasciati in natura e tenuti sotto osservazione. Obiettivo principale era riuscire a comprendere se vi fossero differenze sostanziali di invecchiamento ectotermi ed endotermi. Analizzando i risultati, sarebbe emerso come l’ipotesi secondo cui gli animali a sangue freddo, grazie al loro sistema di regolazione della temperatura che comporta un metabolismo basso, sarebbero più longevi rispetto a quelli a sangue caldo sembrerebbe errata. La relazione tra invecchiamento lento e metabolismo basso è risultata vera solo nel caso delle tartarughe.

Diversa invece la congettura riguardante i fenotipi protettivi: gli animali dotati di sistemi di protezione fisici o chimici (come spine, gusci, armature, veleno) hanno dimostrato di poter arrivare a un’età molto avanzata. In base a quanto dichiarato da Beth Reinke, prima autrice dello studio e assistente di biologia presso la Northeastern Illinois University, è possibile che i meccanismi di protezione in generale riducano i tassi di mortalità perché sarebbero un deterrente per i predatori. Quasi un elisir di lunga vita derivante dalla conformazione biologica.

Alcune specie sarebbero in grado di rallentare l’invecchiamento anche rispetto alle condizioni esterne. Il Thamnophis elegans, un tipo di serpente, è stato in grado di mantenersi giovane nelle aree in cui si trovavano poche scorte di cibo.

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