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Sonno: ecco alcune particolarità dal mondo animale

Dormire disconnette completamente dalla realtà e, specie se ci si trova in una fase di sonno profondo, impedisce di accorgersi nell’immediato del sopraggiungere di eventuali pericoli. Ecco perché molti animali hanno sviluppato abitudini di riposo che aumentano le loro probabilità di sopravvivenza.

Bradipo che dorme

Cani e gatti

Tutti coloro che vivono accanto a un cane avranno notato che, quanto il sonno diventa profondo, tenderà a mostrare piccoli scatti muscolari, occhi semiaperti con in mostra la terza palpebra ed emetterà piccoli uggiolii. Questa è la fase nella quale gli scienziati hanno ipotizzato che i nostri compagni a quattro zampe possono sognare. Un cane dorme in media 10 ore al giorno, suddivise in pisolini: un comportamento che deriva dal loro istinto di “guardiani”.

I gatti raggiungono invece una media di ore di sonno leggermente superiore. Sappiamo inoltre che tendono a svegliarsi molto presto. Anche loro compiono comunque tante brevi pennichelle, spesso in posizioni davvero strane: sentendosi a loro agio, nell’ambiente che conoscono, possono infatti concedersi di mostrare anche la parte più vulnerabile di sé.

Animali acquatici

Anche altri animali dormono in modo particolare; per esempio le lontre di mare (Enhydra lutris) usano riposare nell’acqua a pancia in su, agganciandosi le une alle altre per non andare alla deriva. Oppure ancora foche e otarie che, trascorrendo gran parte del tempo sotto la superficie, hanno adottato il cosiddetto sonno uniemisferico: riescono così a riemergere per respirare, mantenendo però metà cervello addormentata. Difficile in questa tecnica entrare nella fase REM, tuttavia possono recuperare quando scendono a terra per riprodursi.

I capodogli si pensava che si comportassero esattamente allo stesso modo, ma una ricerca compiuta nel 2008 avrebbe smentito questa teoria: si è visto infatti che il loro sonno era talmente profondo da impedire che si accorgessero dell’avvicinarsi di una barca fino a un contatto diretto. È stato quindi ipotizzato che potessero fare pisolini di 10-15 minuti, durante i quali si rilassano completamente, senza muoversi né respirare.

Tutt’altra modalità adottano gli squali che dormono addirittura in movimento: se si fermassero non potrebbero infatti respirare, dovendo a questo scopo l’acqua passare continuamente attraverso le branchie.

Dalla savana, alla foresta pluviale

Anche le giraffe riposano in posizioni non esattamente comodissime: possono infatti dormire solo 5 minuti alla volta in modo da essere pronte a fuggire da un eventuale predatore. Questi animali usano accoccolarsi al suolo ripiegando la testa tra le zampe posteriori, con il collo che va così a disegnare un grande arco. Ovvio che per potersi districare e rialzare ci vuole tempo: ecco perché si ritrovano a stare sempre all’erta, dovendo tenere un occhio aperto, oppure farsi sorvegliare da qualche compagno.

In un ambiente umido come la foresta pluviale, gli oranghi sono riusciti a trovare una soluzione davvero geniale: ogni notte, all’inizio del crepuscolo, scelgono l’albero su cui riposeranno, salgono su un ramo e cominciano a costruire un giaciglio attorno al proprio corpo. A questo scopo utilizzano le lunghissime braccia per raccogliere la vegetazione, fino a che non si trovano completamente avvolti, un po’ come se si trovassero all’interno di un bozzolo. Alcune grosse foglie poste sopra la testa possono venire poi in aiuto in caso di pioggia.

I più dormiglioni in assoluto

Qualcosa di simile compiono anche gli armadilli giganti (Priodontes maximus): per un paio di giorni scavano infatti la tana dentro la quale andranno a dormire per ben 18 ore. Al risveglio si spostano poi in altri territori di caccia dove ricominceranno da capo a preparare il loro giaciglio. I cunicoli sono davvero incredibili: lunghi fino a 5 metri, vengono ricavati grazie agli artigli di questi animali che arrivano anche a 17 cm.

Si pensava che i bradipi fossero dei dormiglioni proprio come gli armadilli, ma uno studio del 2007 ha dimezzato il tempo di riposo a 9 ore: il resto del tempo si muovono lentamente per risparmiare energia al fine di digerire l’enorme quantità di vegetali di cui si cibano. Ben diversa la situazione dei pipistrelli: questo mammifero arriva infatti a riposare per 20 ore di fila! Un tempo spropositato che trascorrono com’è noto a testa in giù: una tecnica che li tiene lontani dal suolo e dai pericoli, ma allo stesso tempo consente di avere una maggiore spinta per il decollo grazie alla gravità.

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