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Cani della prateria: i loro baci sono uno strumento fondamentale

Il bacio è uno strumento fondamentale per i cani della prateria: consente di fare conoscenza, stabilire gerarchie, dare vita ad alleanze e strutturare le relazioni all’interno delle colonie. Lo ha messo in evidenza uno studio pubblicato sulla rivista Behavior.

Bacio cani prateria

Lo studio

La scienziata Jennifer Verdolin, dell’Università dell’Arizona, ha trascorso vent’anni a studiare i cani della prateria, nello specifico le popolazioni di Cynomys Gunnisoni, che vivono nelle pianure attorno a Flagstaff. Osservandoli attentamente, è riuscita a codificare il significato dei baci che questi esemplari sono soliti scambiarsi, arrivando a comprenderne la complessità.

Secondo la dott.ssa Verdolin, infatti, questi animali sono estremamente sottovalutati, mentre hanno un linguaggio proprio, composto anche da dialetti, sono in grado di collaborare e mostrano differenze culturali tra colonie. Utilizzando i baci, stabiliscono gerarchie e stringono alleanze. All’interno della stessa colonia, i soggetti si danno il benvenuto con un bacio. Maggiore è il numero di baci, più è stretta la loro relazione. Nelle colonie dei cani della prateria non esiste una struttura gerarchica, così come viene intesa dalla letteratura scientifica. Vi sono invece degli individui che fanno da “ponte”, ovvero sono dei facilitatori, consentono di allacciare nuove relazioni, anche tra differenti gruppi sociali.

Studiando lo scambio di baci di questi animali, Jennifer Verdolin è stata in grado di ricostruire quanti amici/legami stretti avesse un soggetto e quante relazioni i “cani della prateria ponte” hanno fatto sì che potessero nascere. Uno strumento fondamentale anche per la sopravvivenza stessa delle colonie. Molte altre specie tendono a sciogliere i legami con la colonia se le risorse scarseggiano: in questo modo si lasciano i singoli individui liberi di procacciarsi del cibo e sopravvivere. Quando poi la situazione migliora, i gruppi si riuniscono nuovamente. Ciò non accade invece nel caso dei cani della prateria, che mantengono il loro territorio e la struttura delle colonie per tutto l’anno. I legami risultano soliti e duraturi, ma senz’altro suscettibili ai cambiamenti climatici e di habitat.

Accade sovente che le colonie di cani della prateria in America vengano spostate: se per esempio è necessario costruire delle strutture, oppure se possono andare a danneggiare il paesaggio come succede all’interno dei campi da golf. Il problema, segnalato dalla stessa Verdolin, è che il ricollocamento spesso si rivela infausto, con problematiche a cascata sulle altre specie che beneficiano della presenza dei cani della prateria. Ora sappiamo che la causa va ricercata nella complessità delle relazioni sociali: quando si parla di cani della prateria non si può solo considerare ai fini di uno spostamento l’abbondanza di cibo e altri fattori legati alla loro sopravvivenza, ma anche la numerosità del gruppo sociale, il legame dei soggetti con il territorio e come questo influenza i legami.

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