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La triste storia di Laika, primo cane nello spazio

Laika, la prima astronauta, era un cane, era femmina ed è morta tra atroci sofferenze

A darci la conferma delle cause della morte di Laika fu la biologa russa Adilya Kotovskaya che dichiarò: “Le ho chiesto di perdonarci e ho pianto quando l'ho accarezzata per l'ultima volta”. Sono passati 60 anni da quel 3 novembre del 1957 quando nello spazio fu lanciato il secondo satellite, lo Sputnik 2, ma ancora è vivo il ricordo di ciò che ha dovuto subire il cane Laika per una missione che, già in partenza, sembrava fallimentare: insomma, la cagnolina poteva essere risparmiata.

Perché i russi decisero di mandare nello spazio un cane?

Nell’ottobre del 1957, i russi erano riusciti nell’impresa di lanciare in orbita il satellite Sputnik 1. Nessuno, tuttavia, aveva mai tentato di inviare degli esseri viventi nello spazio e, in pieno clima di guerra fredda, anticipare l’avversario, ovvero gli Stati Uniti, significava tutto. I sovietici pensarono che l’anniversario della rivoluzione d’ottobre sarebbe potuto essere una buona occasione per un esperimento. 

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Ma chi era Laika?

Laika è stata scelta tra 3 candidate: Albina, Muschka e Laika. Tutte femmine in quanto, non avendo l’esigenza di alzare la zampa per urinare, richiedevano meno spazio. Era un cane adulto di circa tre anni, pesava sei chili ed era randagia, era stata infatti presa in una strada di Mosca. Di carattere era molto docile e molto intelligente, si era ‘guadagnata' il ruolo di astronauta perché aveva passato tutti i test:.
E’ stata il primo essere vivente ‘spedito' nello spazio per orbitare intorno alla Terra e, visto che ai tempi ancora non era possibile permettere il ritorno in sicurezza del veicolo spaziale, gli scienziati erano già consapevoli che non sarebbe sopravvissuta. Il suo ruolo consisteva nel permettere ai ricercatori di comprendere se fosse possibile vivere nello spazio in assenza di gravità, il tutto per 8-10 giorni: Laika però morì poche ore dopo il lancio, dopo aver compiuto 9 orbite intorno alla Terra.
La cagnolina, così come gli altri soggetti ‘selezionati', era stata abituata a restare in una capsula pressurizzata di 80 centimetri, che via via sono stati ridotti sempre più, all'interno della quale ogni movimento era molto difficile. E non è tutto: le ‘candidate' erano state anche obbligate a trascorrere molto tempo in una centrifuga che simulava gli effetti della spinta e il rumore del lancio (un po' come avviene ancora oggi per gli astronauti, che però sono consapevoli di ciò che stanno vivendo).

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La morte: credenze e realtà

Lo Sputnik fu spedito nello spazio alle 5:30 del mattino, ora di Mosca, dal cosmodromo di Baikonur in Kazakistan. Inizialmente tutto sembrava andare per il meglio, anche se il battito cardiaco di Laika subì un'accelerazione al momento del lancio. Dopo tre ore tutto sembrava essere comunque tornato alla normalità. Ad un certo punto, dopo aver orbitato nove volte attorno alla Terra, la temperatura all'interno della capsula iniziò a salire fino a raggiungere i 40 °C a causa dell'insufficiente isolamento ai raggi del Sole: le condizioni interne per divennero insopportabili e partanto Laika morì disidratata, nel giro di poche ore.
La versione ufficiale di Mosca indicò come causa di morte un avvelenamento da cibo che le sarebbe stato somministrato per evitarle una morte dolorosa durante il rientro nell’atmosfera terrestre. La verità: il corpo carbonizzato di Laika fu recuperato il 14 aprile 1958, ben cinque mesi dopo e a seguito di 2.570 giri attorno alla Terra, all’interno del satellite precipitato sulle Antille.

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Quali furono le conseguenze

Purtroppo a poco servì il sacrificio di Laika in sé in quanto la maggior parte delle informazioni su quanto sarebbe accaduto, come accennato prima, si sapevano già. L’episodio da una parte mise in evidenza le condizioni proibitive a cui ci si poteva sottoporre in orbita, dall’altra indignò l’opinione pubblica ponendo al centro l’utilizzo di animali vivi per scopi scientifici. Numerose furono le manifestazioni di protesta che ne seguirono.
Si dovette comunque attendere almeno altri tre anni prima che due cani, Belka e Strelka, un coniglio grigio, decine di topi, mosche, piante e funghi potessero riuscire ad abbandonare la Terra per poi ritornarvi vivi. Ciò accadde nell’agosto del 1960 e dimostrò che le spedizioni nello spazio potevano davvero concretizzarsi, come in effetti avvenne nell’aprile del 1961 con Jurij Gagarin.

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