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Il cane nella religiosità e nelle filosofie dell’estremo oriente

Sono molteplici i valori simbolici e religiosi legati ai cani, contrassegnati anche da numerose differenze tra loro. Scopriamo assieme alcune delle tradizioni che in estremo Oriente coinvolgono questi animali.

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L’ascesa di Yudhisthyra

Tra gli esempi più importanti di letteratura orientale, si annovera il poema Hindu “Krsnaveda”, noto anche come Mahabharata. Si narra che la sua composizione si sia arricchita sempre più col passare degli anni, tanto che per giungere alla sua forma definitiva ci sarebbero voluti addirittura otto secoli. Suddivisa in 18 volumi, quest’opera narra delle vicissitudini della progenie di alcune divinità.
All’interno del Mahabharata la figura del cane ha un ruolo importante al fianco di Yudhisthyra (o Bharata), frutto dell’unione tra un’umana e il dio della giustizia Dharma. Un onesto e saggio guerriero, conosciuto in particolare per la sua elevata spiritualità. Divenuto sovrano al termine di un’aspra contesa tra famigliari, Yudhisthyra ad un certo punto decide di lasciare il trono per incamminarsi insieme alla moglie e ai suoi quattro fratelli verso le pendici del monte Merù. Il viaggio purtroppo si rivela periglioso, tanto che i suoi compagni muoiono uno dopo l’altro finché Yudhisthyra si ritrova da solo con al fianco solo un piccolo cane incontrato lungo il tragitto.
Finalmente giunto in vetta, all’eroe si aprono le porte del paradiso. Il re degli dei lo invita quindi a salire su un carro d’oro, ma Yudhisthyra si rifiuta di entrare se non assieme al cane che era rimasto al suo fianco per tutta l’impegnativa ascesa. Di fronte all’ennesimo rifiuto, il l’animale si trasforma nel dio Dharma che gli dice: “Oggi hai dimostrato agli uomini e agli dei che ogni vita è sacra e che i legami fra tutti gli esseri viventi sono legami di compassione e di aiuto che nessuna persona deve ignorare o dimenticare mai”.

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La festa induista dei cani

Il Kukur Tihar o Kukhur Puja è una festa religiosa della durata di tre giorni che affonda le radici nella mitologia dell’induismo nepalese. Si tratta di una ricorrenza durante la quale si celebra la vittoria del bene sul male. La luce è il simbolo di questa festa, nel corso della quale le famiglie appendono e accendono in casa lanterne di argilla. Molti sono gli animali che in tale occasione sono oggetto di devozione: oltre a corvi, vacche e buoi troviamo anche il cane, festeggiato per tutta la seconda giornata. Sia gli esemplari di proprietà sia quelli randagi sono alimentati con carne, formaggi, uova, e vengono adornati con una ghirlanda di fiori colorati. La decorazione è nota come “malla” e rappresenta un simbolo di rispetto.
Tra gli occhi degli animali viene disegnato un piccolo pallino bianco o rosso chiamato “tika”, ottenuto mescolando una farina di colore rosso con riso e yogurt. Attraverso questa operazione, il cane diviene una vera e propria entità spirituale alla quale dedicare le preghiere.

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Un profondo rispetto nello Zoroastrismo

Lo Zoroastrismo è una religione fondata in Persia da Zarathustra (Zoroastro) in epoca anteriore alla metà del primo millennio a.C. e che ancora oggi resiste in alcuni territori dell’Iran e dell’India con poco più di 100.000 fedeli. Secondo tale culto vi sono specifiche linee guida che andrebbero seguite nel rapportarsi con gli animali. Nel caso del cane, questi viene considerato una creatura benevola, pulita e fedele che va sempre curata e nutrita. Si crede infatti che il suo sguardo sia in grado di purificare i corpi e scacciare i demoni. Non solo, sarebbe anche il guardiano del ponte che conduce al paradiso dopo la morte. Durante le cerimonie funebri i cani dovevano essere presenti per vegliare sulle salme.
Nell’Avesta, testo sacro dello Zoroastrismo, si illustra la corretta prassi da osservare quando ci si rapporta con questi animali. In particolare, nei capitoli 13, 14 e 15 vengono stabilite gravi punizioni per chi li dovesse percuotere. L’uccisione condurrebbe l’assassino alla dannazione. Si stabilisce che gli alimenti offerti ai cani dovrebbero essere sempre di buona qualità si vieta la somministrazione di ossi da masticare poiché potrebbero causare lesioni alla gola. Allo stesso modo sarebbe di fondamentale importanza la cura delle cagne randagie incinte e dei loro cuccioli fino ai sei mesi di età in quanto protetti da Azar, dio del fuoco.

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Leoni o razze canine d’oriente?

In Asia orientale spesso si vedono statue tipiche chiamate “foo dogs” e che hanno il compito di proteggere le case, i templi e i luoghi pubblici dagli spiriti maligni. La loro immagine è un misto di figure canine e leonine. Mentre oggi i leoni asiatici, un tempo diffusi dell’Asia occidentale fino all’India, sono limitati nel solo distretto di Gir, un tempo se ne trovavano anche in Cina presso la corte di Han.
Quelle che solitamente si incontrano sono essenzialmente due. La prima figura è nota come Shishi o Kara shishi e rappresenta un leone con la bocca aperta e la zampa posta sopra una sfera. La seconda è nota come Koma inu è un cane-leone femmina con la zampa adagiata sopra un cucciolo e dotata di un corno in testa e bocca chiusa. Oggi con il termine Komainu ci si riferisce, in generale, alla coppia stessa.

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Una piccola gemma buddista

In realtà il rapporto tra buddismo e animali è molto più complesso e variegato, tanto che non basterebbe un articolo per parlarne. Si va dalla sacralità del Tibetan Spaniel, che si dice essere una razza canina sacra ai monaci (tanto che li tengono accanto durante la meditazione), fino a realtà a noi contemporanee come le crescenti richieste in Giappone di poter celebrare nei templi le cerimonie funerarie per i pet in diversi templi, attività un tempo assolutamente non praticata.
La stessa religione del buddismo è ricca di storie che racchiudono sempre grandi insegnamenti nella loro semplicità. Per esempio se ne annovera una che racconta l’episodio di un cane che entra scodinzolando felice in una stanza ed esce con il medesimo atteggiamento. Poco dopo, un secondo esemplare, questa volta contraddistinto da una espressione aggressiva, entra nella medesima stanza ed esce abbaiando. Una donna accede incuriosita per capire il motivo di questi due comportamenti opposti e trova all’interno tanti specchi. La morale è tanto semplice quanto illuminante: ciò che vedi nel mondo intorno a te è il riflesso di ciò che sei.

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