Pet Academy

Gli antichi Egizi e i gatti

Un rapporto unico nella storia dell’uomo

I gatti accompagnano la storia dell’uomo da oltre due millenni rivestendo i ruoli più disparati. Scritti, opere d’arte, documenti, testimonianze scientifiche e culturali ci dimostrano come questi piccoli mammiferi abbiano permeato così tanto la società egizia da divenirne parte integrante rivestendo posizioni e ruoli sorprendenti.

Una lenta e costante progressione

Non è nota quale sia stata la chiave del successo del gatto e della figura che lo stesso rappresenta all’interno della società egizia: le opinioni dei ricercatori sono numerose e talora contrastanti. È innegabile che questi piccoli felini hanno da subito rivestito un importante ruolo pratico per la popolazione stessa. Il fiume Nilo, con la sua ciclicità d’inondazione, condizionava la fertilità e la produttività agricola dei terreni in un territorio per lo più arido. Con tutta probabilità lo stoccaggio stagionale di grandi quantità di cereali e orzo, già al tempo coltivati dagli Egizi, attirava roditori indesiderati. Si capisce quindi il ruolo fondamentale che svolsero i primi gatti (appartenenti alla sottospecie Felis silvestris lybica) nel controllare la diffusione di questi e di altri animali infestanti che potevano nascondersi nei siti di stoccaggio.

Pet Academy

L’ascesa divina

Anche tra le divinità iniziarono a comparirne alcune con fattezze feline. La prima a diventare oggetto di culto fu Mafdet, indicata come colei che deteneva la capacità di combattere contro i serpenti velenosi. Un potere di alto rilievo, considerando l’elevato numero di specie di rettili presenti in Egitto.

Con l’avvento del Medio (2050 a.C.) e del Nuovo Regno d’Egitto (dal 1750 a.C.) comparve anche la rappresentazione della dea Bastet, sempre più spesso raffigurata con il tipico profilo da gatto. Questa divinità cominciò a rappresentare in forma alternata sia aspetti relativi alla pace sia alla ferocia. Bastet assunse poi un ruolo fondamentale anche tra il popolo. Il rispetto nei suoi confronti si diffuse così tanto che durante i festeggiamenti in suo onore era fatto divieto di cacciare i leoni.

I gatti erano parte integrante ed elemento rispettato della società al punto che alcuni autori ellenici, tra i quali Erodoto, narrano di storie e normative egizie che hanno come protagonisti i felini. Solo per citare alcuni esempi, gli abitanti di una casa dovevano mettere in salvo i gatti in caso di incendio, oppure bisognava rasare le proprie sopracciglia in segno di lutto alla morte del proprio felino domestico. Non mancano inoltre casi di cronaca nera come il linciaggio da parte della folla di un emissario romano in Egitto che uccise involontariamente un gatto.

Pet Academy

Una città dedicata

I resti dell’antica città di Bubastis, situata nella porzione sudest del delta del fiume Nilo, testimoniano qualcosa d’incredibile. Nel 1991 un’equipe archeologica scoprì i resti di una grande struttura rivelatasi ben presto un tempio colossale. Durante il regno della ventiduesima dinastia si ergeva qui infatti il tempio dedicato alla dea Bastet. Statue colossali e un colonnato di oltre trenta metri adornavano l’imponente centro di culto. Tra le varie iscrizioni ritrovate se ne evidenzia in particolare una che nomina “Bastet dea del santuario”. Studi basati sulle datazioni ritrovate in loco hanno dimostrato come il tempio dedicato a Bastet sia stato per oltre sei secoli uno dei più importanti centri religiosi del regno d’Egitto.

Pet Academy

Compagni nel viaggio eterno

I gatti comparivano frequentemente anche nelle rappresentazioni funerarie di ambienti domestici e in scene di caccia nelle paludi. È il caso dell’esemplare appartenente al principe Thutmose, figlio del faraone Amenhotep III che fu sepolto con il proprio gatto racchiuso in un piccolo sarcofago e con la dicitura del nome del piccolo felino “Ta-Mit”.

Sono centinaia di migliaia le mummie di gatti ritrovate nelle sepolture.

Divinità contro

La battaglia di Pelusio (525 a.C.) è uno dei numerosi scontri che hanno visto contrapposti Egizi e Persiani. Il re di questi ultimi, Cambise II ebbe però un’inusuale idea per evitare che le sue truppe fossero attaccate dall’esercito del faraone Psammetico III. Fece dipingere sugli scudi dei suoi soldati immagini di Bastet, certo che così gli Egizi non avrebbero attaccato l’effige di una propria divinità. In aggiunta fece rilasciare davanti al suo esercito gatti e altri animali sacri. Gli Egizi si arresero senza combattere e persero lo scontro, soccombendo alle truppe persiane.

Pet Academy

Una scoperta inaspettata

Nel 2018 venne pubblicato uno studio frutto del lavoro condotto sul campo da ricercatori dell’Accademia Polacca delle Scienze che evidenzia il ritrovamento, nei pressi dei resti dell’antica città di Berenice, di numerosi reperti ossei di animali. I corpi erano stati accuratamente posizionati, protetti con vasellame e tessuti. Nessun segno di violenza è stato riscontrato sui loro corpi, al contrario di quanto emerge dalle mummie di animali ritrovate in altri luoghi sepolcrali. Questi aspetti hanno portato i ricercatori ad approfondire questa usanza e si è visto come dei 100 animali ritrovati, datati tra il primo e secondo secolo dopo Cristo, ben 86 fossero gatti, Felis silvestris catus / Felis silvestris f. domestica. Alcuni esemplari mostravano ancora addosso il collarino. Un gatto mostrava persino i segni di un possibile intervento chirurgico odontostomatologico.

Il sito di Berenice è a oggi la più antica dimostrazione di un cimitero per pet in Egitto. Secondo alcuni autori questa pratica potrebbe anche essere stata influenzata dall’apporto culturale romano e greco che gravitava intorno all’importante centro commerciale cittadino; di certo però conferma come i gatti fossero entrati anche come animali da compagnia nella vita quanto meno di alcune classi della società.

© 2022 Pet Academy | All Rights Reserved
E.V. Soc. Cons. a r.l. - P.IVA 01032200196