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Come cane e gatto?

Le storie dei pet della monarchia e dei primi ministri inglesi

Il Regno Unito è una monarchia costituzionale parlamentare basata su un rapporto stretto, proficuo e a doppio binario che lega la Regina Elisabetta II al primo ministro e al parlamento. Sarà lo stesso l’accordo anche quando si parla di pet preferiti?

I corgi reali

Un legame indissolubile entrato nella cultura popolare britannica e non solo è quello che unisce la Regina Elisabetta II e i pembroke welsh corgi di Buckingham Palace. Una passione reale che affonda le sue radici nel 1933 con Dookie, il primo esemplare, ma che si consacra con Susan, regalo avuto per il compimento dei diciotto anni d’età. Proprio Susan diverrà la progenitrice dalla “stirpe reale” di questi cani che si ipotizza sia arrivata nel corso dei decenni alla quattordicesima generazione grazie anche al supporto dei più importanti allevatori di razza inglesi che da sempre seguono da vicino la passione reale. Non solo compagni nella vita privata della Regina Madre e di Elisabetta II ma anche presenze fisse durante gli incontri ufficiali. Sono numerosi i video che li ritraggono al cospetto dei grandi del mondo o mentre passeggiano su preziosi tappeti tra i quadri e il mobilio d’epoca di Buckingham Palace. In questa residenza vi è una vera e propria stanza dedicata ai corgi con lettini e ciotole su misura nelle quali sono serviti i pasti preparati da uno chef secondo un menù dedicato a base di materie prime fresche cucinate al momento.

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Compagni fedeli della casa reale, sono considerati veri e propri membri della famiglia, tanto da comparire in fotografie, gadget e souvenir ufficiali e persino nel monumento bronzeo al fianco della compianta Regina Madre. I corgi hanno popolato anche lo spot delle olimpiadi di Londra nel 2012, durante il quale James Bond fa visita alla regina, ma anche le avventure cinematografiche di “The Queen’s corgy e numerosi documentari e video. In passato la regina ha avuto fino a nove corgi contemporaneamente, ognuno con una propria definita personalità. Questo ha talora comportato anche alcuni problemi di aggressioni nei confronti di altri “cani reali” venuti in visita con i rispettivi proprietari. Per volere della stessa Regina Elisabetta II, a causa dell’età avanzata della monarca, nel 2015 il programma di riproduzione è stato interrotto. Nel 2018, con la morte dell’adorato corgi Willow, ultimo discendente diretto di Susan, Buckingham Palace si è così ritrovato senza corgi puri.

Nel 2021, tuttavia, i ben informati giornali inglesi hanno annunciato l’arrivo di due nuovi cuccioli a corte: Fergus (un “dorgy” ossia un cane frutto di un incrocio tra corgi e dachshund) e un nuovo corgi di nome Muick. Il primo purtroppo è venuto a mancare pochi mesi dopo.

La lunga storia del Chief Mouser

Questo termine forse a molti lettori potrà non ricordare nulla, ma tra gli inglesi è un’istituzione che ha origine forse fin dai tempi di Enrico VIII. Il Chief Mouser, letteralmente “l’acchiappa topi capo” è un ruolo ufficiale che è riservato a un gatto che ha il compito di eliminare eventuali roditori ed altri infestanti dalle sale del potere. A oggi sono 12 i felini che hanno rivestito questo ruolo molti dei quali però non sono noti. tra i primi c’è Frilly che durante gli anni della Prima guerra mondiale “lavorò” per il governo, altri come Nelson affiancarono grandi nomi tra cui Winston Churchill. Tra i felini che si succedettero e le loro storie, si ricorda Humphrey la cui attività iniziò dall’ultimo mandato della “lady di ferro” Margaret Thatcher fino a Tony Blair. Il gatto finì al centro di un’intricata storia che lo vide più volte scomparire e ricomparire al 10 di Downing Street per poi venire pensionato e affidato a una coppia di anziani. Questa notizia attirò l’attenzione dei media inglesi tanto che un politico ne fece dichiarare lo stato di “persona scomparsa” fino a quando non lo ritrovò e rassicurò tutti sul suo stato di salute.

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…e alla fine arriva Larry!

Larry è arrivato al 10 di Downing Street per volontà dell’ex primo ministro David Cameron il 14 febbraio 2011 subito dopo essere stato adottato presso il Battersea Dog e Cat Home. Da quel momento ha visto l’avvicendarsi di Theresa May fino all’arrivo di Boris Johnson. Quando Larry ha fatto il suo ingresso ufficiale è stato sin da subito accompagnato dalla nomea di “dotato di un forte istinto predatorio”. Leggendo però alcune testimonianze riportate dai sempre attenti giornali inglesi, in un primo periodo la sua attività predatoria è stata stimolata con giochini a forma di roditore, in attesa del primo successo registrato solo dopo tre mesi dal suo arrivo. Negli anni seguenti le sue performance predatorie sono migliorate anche se talora altalenanti e non molto fruttuose come testimoniato da un video disponibile online del 2020 quando, davanti ha una folla di giornalisti si è lanciato in un attacco senza successo, contro un piccione. Secondo alcuni Larry è più amante delle comodità piuttosto che della caccia, in compenso sa come proteggere il suo territorio dai rivali, che non sono gatti qualsiasi… Sono infatti noti e registrati i suoi scontri con Palmerston, il gatto bianco e nero dell’Ufficio Esteri e del Commonwealth (il nostro Ministero degli Esteri), nonchè con Freya, gatto del Cancelliere George Osborne, ora residente nel Kent. Una vita liberamente trascorsa dentro e fuori da una delle case più blindate al mondo senza badare più di tanto agli illustri ospiti che periodicamente fanno visita al Primo Ministro “di turno”, come forse direbbe Larry, vero governante di casa.

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Una figura, quella di Larry, riconosciuta anche dal primo Ministro inglese che nel febbraio 2021 attraverso l’account ufficiale del numero 10 di Downing Street, ha dedicato un post per i primi dieci anni di servizio prestato da gatto, accompagnando il tutto con una serie di fotografie che ben rappresentano la sua indole. Un record importante se si considera che nemmeno Churchill restò in tale residenza governativa per così tanto tempo. Sarà forse il fatto che Larry incarna il prototipo felino libero di esprimersi anche in un contesto ufficiale o che richiama l’humor inglese con un pizzico di irriverente eco punk britannico, ma tanto è bastato per renderlo amato dai cittadini fin dall’inizio della sua permanenza.

È inoltre protagonista di un libro disponibile anche online dal titolo “The Larry Diaries: first 100 days as Chief Rat Catcher”, e oggetto dell’interesse dei molti giornalisti e troupe televisive che sostano a lungo davanti la porta del Primo Ministro. Basta fare una ricerca sui social per apprezzare parte della sua vita.

Un successo, quello dell’odierno quattordicenne Chief Mouser tale da meritarsi una pagina ufficiale anche all’interno del sito del numero 10 di Downing street, pagine twitter, instagram e numerosi meme virali.

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