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Uno dei rettili più amati della terrariofilia: il drago barbuto

Nel mondo della terrariofilia il drago barbuto è uno dei rettili più amati. Dal comportamento mite, questa specie necessita di specifiche attenzioni e di un piano di prevenzione da concordarsi con il medico veterinario esperto in animali non convenzionali.

Esemplare di drago barbuto

Specie più diffuse, riproduzione ed etologia

Il drago barbuto, è un sauro appartenente al genere Pogona, incluso a sua volta nella famiglia degli agamidi diffusa dall’Africa all’Australia e caratterizzata dalla presenza sulla superficie corporea di tubercoli e strutture spinose cheratinizzate.

La specie più diffusa nella terrariofilia mondiale è P.vitticeps che raggiunge negli adulti la lunghezza di 45-50 cm, mostra una testa ampia e di forma triangolare, un corpo relativamente appiattito e una lingua carnosa. Il nome “drago” deriva dalla presenza intorno alla testa di un ampio collare cutaneo spinoso che in specifiche condizioni può essere espanso richiamando l’iconografia di alcuni draghi medioevali.

La maturità sessuale è raggiunta tra i dodici e i quindici mesi d’età. È possibile distinguere il sesso in base ad alcune caratteristiche tipiche quali la presenza del tipico collare, testa ampia e larga e emipeni riscontrabili nei soggetti di sesso maschile. Sono valutabili anche i pori femorali, l’apertura cloacale e la porzione prossimale della coda.

Questi sauri si contraddistinguono per un comportamento mite e una longevità che può raggiungere, se ben gestiti in ambiente controllato, anche i quindici anni d’età.

Varietà cromatiche nel drago barbuto

Selezioni e varietà

Gli esemplari in commercio provengono ormai esclusivamente dall’allevamento in ambiente controllato. Allevamenti amatoriali e professionali sono presenti in tutto il mondo e hanno consentito anche la creazione di morph, ossia di livree e specificità morfologiche differenti in confronto all’aspetto fenotipico ancestrale della specie in natura.

Solo per P.vitticeps sono disponibili nel commercio internazionali oltre 20 morph. Dal punto di vista cromatico, sono ben note, tra le tante, le livree sulle tonalità del rosso, giallo, arancione a loro volta ulteriormente classificate in relazione all’intensità del colore e alla presenza di disegni e linee trasversali sul corpo. Vi sono poi le forme ipomelaniche, ossia con un corpo dai toni chiari ma con occhi pigmentati, non rossi né rosa (caratteristiche invece presenti nell’albinismo).

La selezione zootecnica ornamentale ha portato a differenze anche anatomiche rispetto alla forma selvatica in termini di scaglie e pattern. Vi sono ad esempio linee genetiche prive delle tipiche protusioni cornee simili a spine sul dorso e sui fianchi.

Comportamento del drago barbuto in riproduzione

Comportamento in natura

P.vitticeps popola un areale posto lungo un’amplissima fascia che percorre da nord a sud l’Australia centrale e orientale. Gli esemplari possono vivere quindi in un numero piuttosto alto di ambienti, da quelli suburbani fino a quelli più naturali aridi e semidesertici.

Durante le stagioni più calde, i draghi barbuti sono maggiormente attivi nelle prime ore del mattino e nel tardo pomeriggio. Tendono inoltre ad arrampicarsi sugli alberi e sugli arbusti per trovare refrigerio.

Comunicano tra di loro attraverso cambiamenti di colore o specifici comportamenti come lo scuotimento dall’alto in basso della testa, l’esposizione o rigonfiamento del collare cutaneo e il sollevamento delle zampe anteriori. I primi due sono tipici degli esemplari maschi dominanti sia nei confronti di altri dello stesso sesso sia verso le femmine durante il periodo riproduttivo.

Lampade per draghi barbuti

Il terrario e il management in ambiente controllato

Un terrario destinato a ospitare un esemplare di Pogona deve avere lunghezza di almeno 160 cm., larghezza e profondità di 75 cm. per consentire sia il movimento sia una strutturazione delle diverse porzioni. Attraverso un faretto riscaldante dal corretto wattaggio è possibile circoscrivere la zona di basking (circa 35°-38°), dove il rettile si scalderà. La temperatura ambientale del resto della teca dovrà essere mantenuta intorno ai 28°-30° di giorno e i 24° di notte. È possibile a tale scopo utilizzare dei tappetini riscaldanti, prestando attenzione a impostare correttamente il termostato.

L’illuminazione artificiale tramite neon dovrà prevedere anche una fonte d’emissione di raggi UV per rettili deserticoli in modo da favorire la fissazione del calcio. Si dovrà garantire l’aerazione attraverso specifiche griglie, mantenendo una umidità ambientale intono al 40%-60%.

In merito al substrato, la composizione è spesso dibattuta. Optare per sabbie specifiche per rettili deserticoli è una scelta che si dovrebbe effettuare solo nel caso in cui si gestiscano esemplari adulti: l’eventuale ingestione potrebbe infatti provocare anche blocchi intestinali. Spesso si ricorre invece a tappetini in PVC e semplice carta. In qualunque caso, bisognerà prestare attenzione alla pulizia e alla sostituzione periodica, avendo cura di garantire alla femmina la possibilità di deporre uova.

La struttura del terrario dovrà replicare il più possibile un ambiente naturale semi deserticolo. Si potrà optare anche per una pluristratificazione con ampi rami, in modo che la teca si sviluppi anche in altezza. La porzione terrestre dovrà occupare la maggior parte della base. Sarebbe utile anche posizionare un piccolo abbeveratoio specifico per rettili nel quale il drago barbuto possa bere e immergersi, cosa fondamentale sia per la regolazione dell’umidità della teca, sia per evitare fenomeni di alterazione della muta (disectisi).

Si tratta di una specie onnivora, per una dieta bilanciata è consigliabile rivolgersi a un medico veterinario che possa produrre un piano nutrizionale bilanciato. Invertebrati allevati appositamente per la terrariofilia come grilli, cavallette, camole, kaimani e blatte possono essere somministrati valutando con attenzione l’età e le dimensioni del soggetto ospitato. Negli adulti è inoltre possibile la somministrazione settimanale anche di pinky di topo domestico. La dieta dovrà comunque includere anche vegetali e frutta, come tarassaco, radicchio, cicoria, indivia, rucola, fiori edibili e altre specie vegetali per un corretto rapporto calcio fosforo. Un elenco più completo potrà poi essere fornito dal veterinario. La somministrazione andrà effettuata sminuzzando i vegetali in piccole porzioni, ponendoli in una ciotola non rovesciabile e sostituendoli man mano che si essiccano.

Visite periodiche draghi barbuti

La prevenzione e le patologie più diffuse

Una corretta gestione dell’ambiente, nonché visite periodiche presso il proprio medico veterinario di fiducia fin dall’acquisto sono fondamentali per la prevenzione delle patologie più diffuse nei draghi barbuti. Spesso le problematiche coinvolgono l’apparato gastrointestinale, tra queste endoparassitosi, costipazione, ingestione di substrato sabbioso, timpanismo e meteorismo. Sono stati rilevati anche problemi muscoloscheletrici, spesso correlati alla MBD con squilibri del rapporto calcio/fosforo. Non solo, sono state riscontrate anche patologie dell’apparato urogenitale.

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