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La capretta tibetana: ottimo animale da compagnia

La capretta tibetana o capra nana è una piccola capra di origine somala che è stata introdotta in Italia al solo scopo ornamentale e si è molto diffusa divenendo presenza costante negli zoo e nelle fattorie didattiche. In generale, questi animali sono molto socievoli con l'uomo e, contrariamente alla loro fama, non sono così distruttivi anche se è meglio tenerle lontane da fiori, siepi, giovani piante e rami con foglie tenere. Non è difficile che, una volta presa confidenza con l'ambiente circostante, provino ad evadere, anche scavando nel terreno; normalmente tendono comunque a non allontanarsi troppo dal loro recinto.

Capretta tibetana

Conformazione anatomica

La capretta tibetana è un animale piccolo ma relativamente muscoloso. Il rapporto circonferenza corpo e altezza è superiore a quello di tutte le altre capre. Questi animali nascono senza rumine e, pertanto, nei primi mesi di vita hanno uno stomaco come quello della maggior parte dei mammiferi, uomo compreso. Il rumine si sviluppa solo in un secondo momento. La lunghezza e la robustezza del pelo cambiano nettamente a seconda della stagione ed, in generale, i maschi hanno peli molto più lunghi e folti delle femmine. Generalmente le femmine sono meno muscolose e hanno colli meno tozzi dei maschi. La spina dorsale è normalmente più pronunciata nella zona lombale e la coda che sembra mozza è tenuta verso l’alto. Le gambe posteriori sono robuste e ben distaccate tra loro. Hanno il garretto molto basso con tibia e femore più lunghi rispetto alle altre specie. Rispetto alle altre capre hanno maggior vigore e resistenza fisica accresciute da un'ottima capacità toracica e stomacale.

Questi animali possono misurare al garrese da un minimo di trentacinque centimetri a un massimo di sessanta, a seconda degli incroci. Il peso varia da un minimo di venti a un massimo di trenta chili. Caratteristica della specie è la presenza di due corna corte e sottili sulla fronte che vengono usate per difendersi e per scorticare le piante e poi nutrirsi della corteccia.

Caprette tibetane

Allevamento

La capra tibetana può facilmente essere allevata in giardino e rappresenta un ottimo animale da compagnia. Ovviamente essendo un ruminante richiede spazi minimi e alimentazione adeguata.

Molto semplici da gestire anche sotto il profilo caratteriale, le caprette tibetane sono socievoli e affettuose anche se i maschi durante il periodo degli amori possono diventare un po’ aggressivi, mentre, le femmine tendono a essere un tantino dispettose. Se si decide di allevare una capretta tibetana in giardino occorre predisporre una capanna che funga da riparo per il vento, la pioggia e il freddo. La capanna deve disporre di una tettoia e di pareti costituite da teli, assi di legno o anche muratura.

Le caprette dovrebbero avere accesso al rifugio in ogni momento senza problemi. Il fondo ideale della capanna è quello di terra battuta; sarebbe invece da evitare l’utilizzo di cemento e ghiaia. Molto importante è prevedere all’interno del rifugio una parte più rialzata che possa fungere da rifugio. Deve essere strutturata in modo tale che le caprette possano entrare ed uscire liberamente. Per quanto riguarda le dimensioni, queste dipendono dal numero di animali allevati. In generale la capanna deve essere grande abbastanza per riuscire a contenere tutte le caprette distese. Il giardino deve essere grande abbastanza da consentire a questi animali di correre, saltellare e arrampicarsi quindi è meglio posizionare al suo interno anche qualche grosso masso.

Le capre tibetane tendono a brucare ogni pianta e ogni cespuglio che incontrano sul proprio cammino quindi, se nel giardino sono presenti alberi o piante pregiate è meglio metterle al di fuori della portata delle caprette. La soluzione migliore è recintare un’area da dedicare alle caprette, in cui possano muoversi e brucare liberamente.

Per questi animali inoltre è consigliabile utilizzare recinti parzialmente interrati in modo da evitare che le caprette particolarmente curiose riescano a sollevarli e a fuggire.

Le caprette tibetane sono una razza gregaria e gerarchica, il che significa che tendono a vivere in gruppi al cui interno si forma una precisa gerarchia che deve essere rispettata da tutti i membri del gruppo. Per questo motivo è sconsigliabile allevare questi animali da soli. La gerarchia vede all'apice il maschio e la femmina dominanti, seguiti dalle femmine più giovani e poi dai maschi precoci.

Non troppo inconsuete sono anche delle "piccole alleanze". Talvolta capita infatti vedere caprette di grado superiore schierarsi in difesa di altre di grado inferiore senza un apparente motivo logico. Per esempio, può capitare di vedere l’individuo "alfa" attaccare quello "beta" per difendere il "gamma".

Se possibile, non andrebbero tenuti maschi adulti nello stesso recinto onde evitare combattimenti che potrebbero coinvolgre anche altri elementi del gruppo.

Va infine ricordato che le caprette tibetane sono animali particolarmente vivaci che amano rincorrersi e saltare su panche, grossi massi e alberi coricati. Capita anche di vederli intraprendere piccoli combattimenti, normalmente totalmente incruenti nelle femmine, per ribadire le gerarchie.

Non amano particolarmente il caldo torrido ma, soprattutto nei periodi invernali, vanno alla ricerca dei posti soleggiati per coricarsi.

Amano mangiare le foglie, i rovi, le piante giovani, i germogli, la maggior parte delle specie di erbe e le cortecce più tenere; gli alberi sani e adulti non corrono particolari rischi se la corteccia e i rami bassi godono di un minimo di protezione.

Per quanto concerne l’alimentazione va ricordato che le capre sono degli animali onnivori, anche se la loro alimentazione si basa principalmente su foglie, erba e arbusti. Le caprette che vivono all'aperto sono in grado di procurarsi da sole il cibo necessario per il loro fabbisogno giornaliero, ma, nei paesi con climi più freddi, occorre fornire del fieno in aggiunta nei mesi tra novembre e marzo. Il fieno deve essere conservato in un posto asciutto in modo da evitare che marcisca. L’ideale sarebbe costruire un piccolo fienile dove conservare anche le granaglie. Oltre al fieno, le caprette tibetane, si nutrono anche di foglie, germogli, cortecce degli alberi, granaglie e cereali non macinati, pane secco e frutta. La frutta deve essere data in modiche quantità. Un alimento che non deve mai mancare nella dieta quotidiana di una capretta tibetana è il sale minerale che può essere acquistato nei negozi specializzati nella vendita di mangimi per animali o presso i consorzi agricoli. E’ importante lasciare sempre a loro disposizione dell’acqua fresca e pulita. Le caprette tibetane mangiano molto e spesso e la mancanza di appetito è quasi sempre un campanello d’allarme di un eventuale malattia.

Riproduzione capretta tibetana

Riproduzione

Le caprette tibetane raggiungono la maturità sessuale a sei - sette mesi, anche se non è consigliato farle accoppiare prima degli otto mesi. La stagione degli amori coincide con l’autunno, mentre il parto avviene sempre in primavera inoltrata. In questo periodo il maschio assume un odore molto forte e pungente e l’unico modo per evitare questo sgradevole odore è la castrazione. L’odore del maschio avvia l’ovulazione nelle femmine che avviene solo due volte l’anno e dura pochi giorni. Nel caso si volesse procedere a fare accoppiare le nostre caprette, è necessario fornire loro cibo ricco di proteine e vitamine già diversi giorni prima. Durante il periodo dell’accoppiamento il cibo verrà di mano in mano accettato con minore interesse.

Un maschio può accoppiarsi teoricamente anche con una trentina di femmine, ma gli allevatori più esperti consigliano di mantenere sempre il numero sotto la dozzina. Una volta terminato il momento dell’accoppiamento sarebbe opportuno isolare di nuovo i maschi dalle femmine per non arrecare troppo stress a queste ultime.

La gestazione dura circa cinque mesi al termine dei quali vengono alla luce uno o al massimo due capretti. Se la madre è una primipara, il parto sarà singolo, mentre in tutti gli altri casi si avranno due cuccioli. I parti plurimi sono molto rari. A un mese dal parto il corpo della femmina si trasforma e cominciano a spuntare le mammelle. Quando mancano pochi giorni, la madre si isola dal gruppo per partorire in un posto isolato. Appena nati, i capretti pesano circa un chilo e vengono allattati dalla madre fino ad un mese di vita, ma lo svezzamento si ha solo a sei mesi. Una volta svezzati i cuccioli, la femmina è pronta per una nuova gravidanza. Appena nati, i capretti sono già capaci di muoversi, saltellare e si attaccano subito ai capezzoli della madre. Le caprette tibetane in media vivono fino a dodici anni, ma ci sono anche casi di esemplari detenuti in cattività che sono vissuti fino a venti anni.

A cura di Igor Pelizzone
Medico Veterinario esperto in Animali esotici da compagnia

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