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Il guppy, un pesce diffuso ed estremamente prolifico

È senza dubbio il pesce d’acqua dolce tropicale più noto al mondo, nonché tra le prime specie non di rado consigliate in molti negozi. Ma…se il primo guppy ha fatto il suo ingresso nell’acquariofilia ornamentale nel 1908 in Germania, ancora oggi molti aspetti del suo benessere restano poco noti, specie ai giovani acquaristi.

Esemplare di guppy

I biotopi d’origine

Poecilia reticulata (Peters, 1859) è un piccolo pesce della lunghezza tra 3 e 4 cm circa che popola in natura un ampio areale esteso dal Venezuela alla costa atlantica del Brasile, passando attraverso nazioni più piccole e meno note come la Guyana francese, il Suriname e alcune isole dell’arcipelago caraibico, da Trinidad & Tobago fino ad Antigua e alle Isole Vergini.

Una specie adattabile a un range di temperature vasto compreso tra i 18° e i 32°, in acque caratterizzate da un pH alcalino fino a valori di circa 7.4-7.7.

Le differenti popolazioni selvatiche mostrano specifiche livree ben lontane e molto meno appariscenti rispetto a quelle degli esemplari disponibili nei negozi di acquariofilia. È il risultato dell’intensa selezione zootecnica ornamentale.

In numerose nazioni la specie è alloctona, ossia introdotta accidentalmente o volontariamente, ad esempio per contrastare la diffusione di alcuni insetti invasivi il cui ciclo riproduttivo presenta una fase acquatica oppure a causa dell’abbandono da parte di incauti acquariofili.

Acquario con popolazione di guppy

Dalla fisiologia alla gestione in acquario

Oggi il guppy è forse la specie tropicale d’acqua dolce ornamentale più allevata al mondo. La disponibilità di varietà, differenti per colorazione, trama cromatica, forma della pinna caudale e delle pettorali (dumbo), è in continuo divenire. Negli stock list sono disponibili selezioni che includono anche soggetti albini. Al contrario è molto più difficile trovare esemplari con livrea selvatica, poiché meno richiesti dal mercato commerciale e riservati più a una nicchia di appassionati. Disporre in negozio di esemplari provenienti da allevamenti con elevati standard sanitari è importante sia per il fatto che la continua selezione genetica ha dato alla specie caratteristiche anatomiche differenti dalla forma ancestrale sia perché la riproduzione in massa non sempre porta alla nascita di esemplari robusti.

Una domanda che viene spesso posta riguarda il numero di guppy da ospitare in vasca. Non si può fornire una unica risposta. Bisognerà valutare innanzitutto il volume d’acqua contenuta, che deve essere di almeno 150 litri vista la prolificità della specie. In secondo luogo, il rapporto di maschi e femmine presenti dovrebbe essere di 1:2, 1:3 in quanto uno squilibrio, considerata la tendenza al corteggiamento da parte dei primi, potrebbe causare stress nelle femmine con possibile comparsa di patologie correlate.

I maschi mostrano una colorazione più intensa e strutture anatomiche che attirano l’attenzione degli osservatori come l’ampia pinna caudale e dorsale. Il sessaggio è molto semplice poiché gli esemplari di sesso maschile possiedono il gonopodio, un vero e proprio organo riproduttore posto ventralmente, attraverso il quale fecondano le femmine.

Nell’acquisto, trattandosi come si diceva di una specie molto prolifica, bisognerà considerare che una maggior presenza di soggetti femminili porterà anche anche a un’ampia progenie.

Acquario con guppy

L’acquario destinato ai guppy dovrà essere ricco di strutturazione ambientale naturale con tronchi e piante vere a rapida crescita, magari utilizzando anche piccole ninfee che giungano fino alla superficie. In tal modo sarà possibile creare zone di protezione per le femmine e gli avannotti.

Un potente filtro e una temperatura compresa tra i 23° e i 26°C sono fondamentali. Per quanto riguarda l’alimentazione, in commercio sono rinvenibili scaglie, estrusi e congelati mirati per questi pesci che sono naturalmente inclini a nutrirsi maggiormente in superficie.

Molte sono le opinioni nel mondo acquariofilo inerenti i potenziali compagni di vasca di P.reticulata. Provenendo questa specie da acque con medie durezze e un pH alcalino, sarebbe meglio evitare di scegliere pesci che richiedano acque acide. Allo stesso modo andranno evitate famiglie e generi come i ciclidi e i Puntigrus (un tempo Barbus). Si potrebbe optare invece per ovovivipari come quelli del genere Xiphoporus, i platy o i molly.

Una vasca monospecifica, che possa eventualmente ospitare anche piccoli molluschi ornamentali, potrebbe essere una soluzione, evitando così di inserire specie ittiche che necessitano di differenti parametri chimico-fisici.

Diversa sarà la situazione nel caso ci si cimenti nell’allevamento dei guppy show, specifici esemplari appartenenti a varietà oggetto di concorsi nazionali e internazionali. Singole schiere composte da piccoli acquari indipendenti tra loro saranno dedicate all’allevamento e alla selezione di pochi esemplari destinati alle competizioni e alla continua selezione genetica.

Avannotti di guppy

La cura degli avannotti: calcolare tutto, in anticipo e con attenzione

L’elevata capacità riproduttiva della specie può portare una femmina adulta a partorire ogni circa 20-30 giorni un numero variabile tra 20 e 40 avannotti per gestazione.

Si tratta di una specie ovovivipara, ossia le uova si schiudono all’interno del corpo materno e gli avannotti, i pesci neonati, vengono espulsi dimostrandosi da subito autonomi e autosufficienti. La loro gestione può seguire differenti strategie in relazione agli spazi a disposizione. Proprio per questo motivo bisognerà valutare con estrema attenzione il numero dei primi esemplari da introdurre in un acquario: in breve tempo la popolazione potrebbe aumentare esponenzialmente comportando disequilibri.

L’opzione più semplice consiste nel lasciare gli avannotti liberi in vasca ponendo attenzione ad alcuni aspetti. Tra questi la necessità di una fitta strutturazione ambientale dell’acquario e di una ricca vegetazione che possa fungere sia da protezione (essendo una specie cannibale), sia per consentire loro di spiluccare alimenti, microrganismi e alghe sui substrati. Allo stesso tempo le griglie di aspirazione del filtro dovranno essere progettate in modo che non possano venire risucchiati.

L’utilizzo delle cosiddette “sale parto”, nelle quali porre la femmina poco prima del parto e in seguito per l’accrescimento degli avannotti, deve essere inteso solo come soluzione temporanea: sono infatti strutture che hanno un volume limitato, necessitano di periodica pulizia e non sempre garantiscono un sufficiente scambio e circolo d’acqua con la vasca principale nella quale sono poste.

Sarebbe meglio piuttosto allestire un piccolo acquario, fatto in precedenza maturare correttamente, da dedicare ai giovani pesci fino al raggiungimento della maturità sessuale che, in base alle tecniche d’allevamento, nei maschi avviene intorno ai due mesi d’età, nelle femmine intorno ai tre.

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