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Il certosino, gatto dal fascino d’oltralpe

Il certosino, o chartreux è una delle razze più amate grazie alle peculiarità caratteriali e al netto contrasto tra il mantello grigio e gli occhi color ambra. Un gatto che, seppur ben conosciuto al grande pubblico, nasconde una lunga serie di storie e misteri.

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Un’origine dibattuta e una storia complessa

Ricostruire l’origine di una razza basandosi solo sulla documentazione storica è estremamente complesso, ancor più quando le radici della selezione si perdono nei secoli precedenti. Non solo la mancanza di rappresentazioni grafiche ma anche descrizioni errate, parziali e fino agli errori di traduzione di antichi scritti, possono rendere difficile lo studio bibliografico. I primi potenziali spunti grafici che vedono come soggetto il certosino provengono da una delle più complete trattazioni di zoologia del 1600 firmata dal naturalista bolognese Ulisse Aldrovandi. Ormai distanti dai bestiari medioevali, questi trattati zoologici erano divenuti sempre più attenti nella descrizione e nella rappresentazione degli animali. Ciononostante va evidenziato come informazioni riportate spesso non siano frutto dell’esperienza diretta dell’autore ma semplice passaparola e di conseguenza inaffidabili. Proprio in quest’opera veniva raffigurato un acquerello del cosiddetto “gatto siriano” dal mantello grigio e occhi gialli.
Nel 1747 il pittore francese Jean-Baptiste Perroneau dipinse il ritratto a olio su tela della nobildonna Magdaleine Princeloup De la Grange, oggi conservato presso il Museo Getty di Los Angeles. Il gatto portato in braccio dalla protagonista del quadro è chiaramente un certosino.
Secondo quanto sostenuto dal ricercatore francese Jean Simonnet, il certosino sarebbe un diretto discendente di gatti evolutisi nelle regioni montagnose della Turchia e dell’Iran e poi giunti in Siria forse in seguito agli scambi commerciali. I primi esemplari potrebbero essere quindi giunti in Europa con i combattenti cristiani di ritorno dalle crociate oppure insieme i mercanti che percorrevano la Via della Seta di ritorno dall’Asia orientale.
Riferimenti sulla razza compaiono durante tutto il 1700. Dal 1800 giungono inoltre rappresentazioni di ulteriori esemplari nelle opere di Buffon.
Durante il primo concorso per gatti tenutosi in Francia nel 1901 è infine possibile apprezzare la categoria chartreux. Con l’arrivo del 1900 e l’impatto delle due guerre mondiali susseguitesi a distanza di tre decenni, il gatto certosino è passato attraverso diverse alterne vicissitudini. Alcuni allevatori cercavano di ricostruire e uniformare morfologicamente la razza anche attraverso l’ingresso riproduttivo di alcuni esemplari che facevano parte di colonie di certosini che vivevano libere in piccole zone della Francia, come per esempio quella molto nota situata nei dintorni dell’ospedale di Belle Lle Sur Mer, al largo delle coste della Bretagna. Durante la Seconda Guerra Mondiale la razza arrivò quasi all’estinzione. Nei programmi di riproduzione venne ampliata la variabilità genetica fino a quando, nel 1977, la FIFe decise di dare al certosino un proprio standard di razza, distinguendolo dal British Blue Shortair.
Uno studio genetico condotto nel 2008 e pubblicato sulla rivista scientifica Genomics ha evidenziato come il certosino abbia legami con il british shorthair, ma anche con il persiano e con l’exotic, forse proprio in seguito agli accoppiamenti avvenuti nel XX secolo nel tentativo di migliorarne la genetica.

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Lo standard di razza

Lo standard internazionale di razza descrive il certosino come un gatto di taglia medio/grande, caratterizzato da testa larga e cranio ben sviluppato a forma di trapezio rovesciato. Naso dritto e ampio, di conformazione non camusa. Il muso è sporgente ma non appuntito; le orecchie, di taglia media, sono portate alte. Gli occhi si presentano larghi, ampi ma non troppo rotondeggianti, con un angolo esterno rivolto verso l’alto. Nel complesso il corpo si presenta compatto e muscoloso, con un torace ampio e ben sviluppato. La coda è di media lunghezza, proporzionata rispetto al corpo e con l’estremità dalla forma arrotondata. Il mantello deve essere uniformemente di un unico colore, il range cromatico accettato va dal blu-grigio chiaro a un blu-grigio di tonalità più profonda. Nel complesso il mantello si deve presentare lucente, denso, leggermente lanoso nella porzione più profonda. Il binomio pelo e sottopelo deve consentire l’isolamento dall’aria esterna. È noto che il certosino sviluppi un rapporto stretto con la famiglia con la quale condivide la casa, mantenendo comunque sempre una propria discrezione e indipendenza. È inoltre un abile predatore: le cronache del secolo lo descrivono infatti come un gatto molto apprezzato per la caccia ai roditori.

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Coinquilini famosi

Sono diverse le personalità che nella storia hanno condiviso parte della loro vita con un gatto di razza chartreux. Tra le più conosciute il generale Charles De Gaulle. Pur essendo nota la sua passione cinofila, durante il secondo incarico la moglie Yvonne Vendroux gli regalò un gatto certosino con pedigree che il Generale ribattezzò affettuosamente Gris-Gris. Tra i due si instaurò un inaspettato stretto rapporto tanto che si dice che il felino lo accompagnasse durante le passeggiate e lo seguisse nelle stanze del potere.
Vi è poi Charles Baudelaire, forse il più noto dei cosiddetti “poeti maledetti”, famoso per essere un amante dei gatti, ai quali ha dedicato anche alcune delle sue composizioni.

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