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Che cosa sono le fusa e che significati possono avere?

Le fusa sono una caratteristica unica dei gatti e vengono utilizzate per comunicare le emozioni. Non sempre infatti il felino che le emette è necessariamente felice. Vediamo insieme quanti e quali significati possono avere.

Gatto fa le fusa

Il gatto, le origini

Il progenitore del nostro gatto è nato dall’incrocio di cinque specie interfeconde tra loro quali il Felis silvestris silvestris (proveniente dall’Europa), il Felis silvestris cafra (proveniente dal Sudafrica), il Felis silvestris lybica (proveniente dall’Africa), il Felis silvestris ornata (proveniente dall’Asia) e il Felis silvestris bieti (proveniente dal Tibet). Tra queste, sembra che dal punto di vista genetico l’antenato più vicino al nostro gatto domestico sia il Felis silvestris lybica.

Nel 1985 i primi studi tassonomici hanno stabilito che il gatto è un membro dell’ordine dei Carnivori, appartiene alla famiglia Felidae e alla sottofamiglia Pantherinae. Nel 2006 sono stati identificati gli otto “lineage” dei felini, cioè gruppi di specie che derivano dallo stesso ramo evolutivo quali Panthera, Bay cat, Caracal, Ocelot, Lynx, Puma, Asian Leopard cat e Domestic Cat. Le ultime ricerche grazie all’analisi genetica e molecolare evidenziano che le specie di felidi sono 41 completate da 77 sottospecie.

Il gatto potrebbe essere stato addomesticato fin da subito come un animale da compagnia e non allevato solo allo scopo di proteggere le derrate alimentari dai nocivi. In Turchia, infatti, il ritrovamento di una statuetta raffigurante una donna che stringe tra le braccia un animale simile a un gatto, rappresenta la prima traccia della relazione tra l’uomo e il piccolo felino. A Cipro, è stata scoperta una sepoltura datata 6000 aC., dove un essere umano è in compagnia di un gatto ed entrambi sono ricoperti con pietre preziose e conchiglie; questo particolare testimonia il carattere intimo della relazione.

Gatto rilassato

Purr, che fusa

Le fusa sono così chiamate perché il loro rumore ricorda quello della rotazione di un fuso. Ancora oggi non si sa con precisione come il gatto riesca a “fare le fusa”: il piccolo felino, infatti, non possiede un organo specifico destinato alla produzione di questo suono. Sono state formulate numerose ipotesi a questo proposito come, per esempio, quella emodinamica (le fusa sono prodotte dal rumore del sangue che scorre nel torace) o quella del flusso d’aria. Quest’ultima sostiene che il “purr” sia un suono continuo prodotto da una colonna d’aria in movimento nelle vie aeree superiori (corde vocali, laringe, glottide) tanto che l’ampiezza massima del suono è prodotta vicino al naso e alla bocca. Il gatto è capace di emettere le fusa a bocca chiusa sia in ispirazione che in espirazione: questa caratteristica lo rende unico tra i componenti della famiglia dei Felidae. I grossi felini, infatti, come i leoni, le tigri, i leopardi e i giaguari non sono in grado di fare le fusa ma da adulti ruggiscono. I loro cuccioli, invece, emettono vibrazioni con un significato simile alle fusa anche se il suono è diverso per frequenza e durata poiché sono emesse solo nella fase espiratoria. La lince, il puma, il ghepardo e, forse, anche il leopardo delle nevi sembra siano capaci di emettere una vibrazione simile alle fusa del gatto.

Coccolare il gatto

Il significato delle fusa

Il gatto fa le fusa per comunicare le proprie emozioni. Il suono è emesso quando il piccolo felino è felice, è affamato, preoccupato o prova dolore. La frequenza delle fusa cambia secondo l’umore del gatto: quando è felice si aggira intorno ai 25 – 50 Hz mentre sopra ai 200 Hz assume il significato di “urgenza”. Tutto ciò è avvalorato da un test che ha coinvolto persone esperte e non esperte nella comunicazione del gatto. Le fusa emesse ad alta frequenza sono percepite da tutti i partecipanti simili al pianto di angoscia di un bambino. Sembra che queste frequenze siano emesse dai piccoli dei mammiferi quando sono in difficoltà per attirare l’attenzione degli adulti favorendo così l’accudimento parentale.

Il suono a bassa frequenza, invece, ha un effetto rilassante: la mamma fa le fusa durante la gravidanza, mentre allatta, lecca o abbraccia i suoi figli. Anche i gattini emettono le fusa quando succhiano il latte spingendo le mammelle della madre con le mani. Lo stesso movimento, chiamato “fare la pasta”, associato al “purr” può essere presente anche dopo l’adozione o in età adulta a carico di tessuti morbidi e “pelosi” o membri della famigli umana. Quando questo comportamento è realizzato con importante intensità e frequenza può evidenziare che le cure materne a carico del gattino sono state di qualità insufficiente.

La produzione delle fusa favorisce nel gatto che le emette la secrezione di endorfine, sostanze prodotte dal cervello che hanno un ruolo fondamentale nel controllo del dolore e nella sua percezione, nella modulazione dell’umore e della sensazione di benessere. Ecco perché, il piccolo felino può fare le fusa anche quando ha dolore o non sta bene.

I vocalizzi dei gatti sono stati presi a modello anche per comporre melodie. Per rendere il piccolo felino più attivo sono necessarie armonie con vocalizzi di allerta e alcuni suoni “interessanti” per la specie. Per calmarlo se è agitato, invece, la sinfonia deve contenere vocalizzi affilitativi, cioè i suoni che i gatti emettono quando sono contenti di incontrare un membro della famiglia con cui vivono come il trillo di saluto e le fusa. David Teie, un violoncellista della National Symphony Orchestra, ha creato musiche su misura per i gatti: Music for Cats contiene una serie di brani che riproducono fusa e cinguettii di uccelli.

a cura della dott.ssa Sabrina Giussani,
Medico Veterinario Esperto in Comportamento Animale
Medico Veterinario Esperto in IAA
Diplomato Medico Veterinario Comportamentalista ENVF
Master in Etologia applicata e Benessere animale
Presidente Senior SISCA

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