Pet Academy

Il mastino tibetano, gigante dalla storia millenaria

Una razza dall’impatto visivo unico tanto da apparire quasi come un mitologico mix tra un leone e un cane. Dietro al carattere fiero del mastino del Tibet si cela una storia millenaria, un ponte non solo virtuale tra un antico passato e le tendenze della nuova società.

Pet Academy

Al fianco dei condottieri

In Europa le prime notizie di grandi mastini che popolavano le montagne dell’Asia centrale ci vengono fornite direttamente da Alessandro Magno, negli anni delle sue campagne di conquista.
Successivamente Gengis Khan, condottiero e capo del popolo nomade dei Mongoli che a partire dal 1216 costruì un complesso sistema politico sociale, vantava un esercito specializzato, ben strutturato ed estremamente differenziato all’interno del quale anche i cani rivestivano ruoli importanti. Proprio i progenitori dei mastini venivano infatti utilizzati sia per inviare informazioni tra i comandi sia come veri e propri soldati addestrati. In base a quanto dichiarato dallo storico Zuijun, il sovrano possedeva 50.000 esemplari da guerra utilizzabili in battaglia.
Persino Marco Polo testimonia l’esistenza di grandi cani “delle dimensioni di un asino e con il verso potente come quello di un leone”, che ricordano in tutto e per tutto i mastini asiatici.

Pet Academy

Standard di razza

Il mastino tibetano è incluso nel gruppo 2, sezione 2.2 (molossoidi tipo montagna). Maestoso, dall’aspetto definito “solenne e serio”, robusto e resistente. Testa ampia e forte, con stop ben marcato. Occhi marroni, orecchie triangolari e pendenti, collo forte e muscoloso a cui fa seguito un corpo forte con dorso dritto e muscoloso. Il Movimento è nel complesso potente ma elastico. Il mantello, a conferma dell’origine, è duro, spesso con sottopelo fitto e lanoso. Numerosi sono i colori accettati: nero con focature, oro, blu con o senza focature, zibellino e dal fulvo al rosso profondo. L’altezza al garrese per i maschi è di minimo 66 cm, per le femmine 61 cm.

Pet Academy

Tra selezione e ricerca scientifica

Questa razza nasce nelle valli himalayane in Tibet, Buthan, Nepal e nord dell’India dove da millenni svolge importanti mansioni. Un cane da guardia dalla spiccata personalità, capace di difendere le persone, i villaggi e i monasteri, specie durante la notte quando gli esemplari vengono lasciati liberi di girare. Questi cani sono in grado di proteggere le greggi sia dai ladri sia dai grandi predatori come i leopardi e i lupi. Non solo, vengono utilizzati anche per il trasporto del sale lungo impervi sentieri di montagna.
A partire dai primi anni del nuovo millennio, anche a seguito del crescente interesse commerciale in Cina per questa razza, sono state effettuate numerose ricerche scientifiche i cui risultati sono pubblicati su riviste di respiro internazionale. Nel 2011 ad esempio sono stati condotti diversi studi di genetica incentrati sull’analisi del DNA mitocondriale, ossia di quella piccola porzione genetica accessoria e ben definita che deriva solo dalla madre. Le analisi sui geni hanno permesso ai ricercatori di ipotizzare lo stretto legame genetico del mastino tibetano con il bobtail, il terranova, il rottweiler e il san bernardo. Una successiva ricerca cinese ha analizzato il DNA mitocondriale di esemplari di mastino tibetano ed è emerso come gli esemplari presenti sull’altopiano tibetano possano essere suddivisi in tre tipologie: Tibetano, Qinghai e Hequ, caratterizzate da morfologia, temperamento e adattabilità differenti tra loro. L’analisi ha rilevato inoltre un notevole flusso genetico tra i gruppi probabilmente conseguente allo spostamento di nomadi e pastori con i cani al seguito. Nel 2016 i ricercatori cinesi hanno condotto ulteriori approfondite analisi genetiche alla ricerca di quegli eventuali geni che avrebbero potuto favorire nei millenni l’adattabilità della razza alle elevate altitudini. Il gruppo di ricerca ha dimostrato che, al momento dell’arrivo dell’uomo sui plateau dell’Himalaya, il mastino da poco addomesticato si era ibridato con il lupo grigio dell’Himalaya. Questo rimescolamento genetico ha favorito l’integrazione di due hotspot derivanti dal lupo e definiti dagli scienziati, rispettivamente EPAS1 e HBB all’interno del genoma del mastino. Questi geni consentono un miglior adattamento agli ambienti ipossici ossia con meno ossigeno presente, tipici delle elevate altitudini.

Pet Academy

Non solo semplici curiosità

Negli ultimi anni alcuni episodi riportati da numerose testate internazionali hanno acceso i riflettori dell’opinione pubblica su questa razza. In Cina, il mastino del Tibet, forse anche proprio per l’aspetto imponente, è ormai diventato uno status symbol per la nuova giovane classe che ha visto accresciuti enormemente i propri guadagni grazie alla new economy.
Nel 2014 un esponente cinese di questa categoria di nuovi ricchi ha speso 1,9 milioni di dollari per acquistare un cucciolo di mastino tibetano di un anno di età dalla peculiare colorazione chiara dall’allevatore Zhang Gengyung che ha dichiarato quanto gli esemplari geneticamente puri siano molto rari.
Una notizia ancora più curiosa è datata 2018 e ci riporta in Cina nella provincia di Yunnan. Nel 2016 la Signora Su Yun decise di portare a casa un cucciolo di mastino tibetano. Sebbene colpita dalla quantità di alimento di cui si nutriva l’animale e forse consapevole delle dimensioni notevoli che il cane raggiunge da adulto, la signora dichiarò di non aver avuto sospetti sul fatto che in realtà quel cucciolo non fosse di cane. I dubbi maggiori sono emersi solo quando questo ha cominciato ad alzarsi sugli arti posteriori… Non è noto se la signora Yun fosse del tutto all’oscuro che in realtà quello che aveva in casa era un cucciolo di orso nero asiatico (Ursus thibetanus), specie a rischio d’estinzione. Richiesto l’intervento dello Yunnan Wildlife Rescue Center, il plantigrado venne condotto in un santuario protetto.

© 2022 Pet Academy | All Rights Reserved
E.V. Soc. Cons. a r.l. - P.IVA 01032200196