Pet Academy

Trapianto del microbiota fecale nel cane e nel gatto: cosa sappiamo al momento?

Il trapianto del microbiota fecale si riferisce al trasferimento di microrganismi fecali da un individuo sano ad un altro individuo affetto da una malattia intestinale, attraverso un fluido o tramite delle capsule. Lo scopo di questa terapia è introdurre una nuova popolazione microbica nell’intestino di soggetti affetti da malattie intestinali, con lo scopo di rimpiazzare e “riequilibrare” il loro microbiota intestinale.

Microbiota

Il microbiota

Con il termine “microbiota” ci si riferisce a tutti quei microrganismi (soprattutto batteri) che vivono in diverse parti del corpo, tra cui l’intestino. Questi microrganismi “benigni” contribuiscono nella digestione e nell’assorbimento delle sostanze nutritive, influenzando anche altri meccanismi corporei, tra cui il sistema immunitario. Un’alterazione del microbiota si può evidenziare in corso di diverse malattie, tra cui diverse forme di enteropatie acute e croniche.

Il trapianto del microbiota fecale si riferisce al trasferimento di microrganismi fecali da un individuo sano ad un altro individuo affetto da una malattia intestinale, attraverso un fluido o tramite delle capsule.

Lo scopo di questa terapia è introdurre una nuova popolazione microbica nell’intestino di soggetti affetti da malattie intestinali, con lo scopo di rimpiazzare e “riequilibrare” il loro microbiota intestinale.

In medicina umana è riconosciuta l’importanza di questa procedura nel trattamento delle coliti, in particolare in quelle sostenute dal batterio Clostridium difficile (clostridiosi).

Anche nel cane e nel gatto i primi studi scientifici che hanno indagato gli effetti di questa nuova terapia hanno dato dei risultati fiduciosi: negli ultimi anni molti studi sono stati effettuati (e molti sono attualmente in corso) per poter indagare le potenzialità del trapianto fecale nel prevenire e trattare diversi tipi di enteropatia in queste specie.

Cosa hanno dimostrato i primi studi nel cane e nel gatto?

Gli studi scientifici disponibili al momento riguardano soprattutto il cane, in cui il trapianto fecale è risultato efficace nel risolvere i sintomi enterici correlati alla clostridiosi, nell’alleviare i sintomi in corso di varie forme di enteropatia cronica (in particolare quando il trapianto fecale veniva associato ad altre terapie previste per la malattia) e nel diminuire la gravità della diarrea in cani affetti da parvovirosi (una malattia intestinale virale).

Nonostante ciò, in quest’ultimo studio il tasso di sopravvivenza dei cani con parvovirosi in cui era stato effettuato il trapianto fecale non è risultato migliore rispetto a quelli in cui il trapianto non era stato effettuato. Inoltre, in un altro studio, il trapianto fecale non è risultato efficace nel trattamento per la sindrome da diarrea emorragica.

Anche nel gatto è stato dimostrato come il trapianto fecale abbia la capacità di modificare il microbiota intestinale in soggetti affetti da problemi enterici, aprendo alla possibilità dell’utilizzo di questa pratica anche nei felini.

Questi studi hanno permesso di dimostrare come la procedura del trapianto fecale risulti sicura, facilmente eseguibile e con buone prospettive terapeutiche future. Pertanto saranno necessari ulteriori approfondimenti per poter inserire il trapianto fecale tra le opzioni terapeutiche disponibili per il trattamento delle enteropatie nel cane e nel gatto.

Come si effettua un trapianto fecale?

Bisogna innanzitutto identificare un soggetto donatore in buona salute e che non sia stato trattato con particolari farmaci nell’ultimo periodo (es. antibiotici), in modo da assicurare che le feci usate nel trapianto non trasmettano dei parassiti e che il microbiota sia di buona qualità. Per assicurarsi di ciò il soggetto donatore dovrà effettuare un’adeguata valutazione clinica e delle analisi di laboratorio.

Una volta prelevate le feci possono essere conservate a temperatura ambiente (se vengono processate entro poche ore) oppure refrigerate o congelate (se devono essere processate dopo un periodo di tempo più lungo). Le feci vengono solitamente analizzate per valutare la qualità del microbiota presente. Vengono successivamente sospese in una soluzione liquida ed inserite, tramite un clistere o una sonda, nel colon del soggetto ricevente: questa procedura non risulta dolorosa e non necessita solitamente di una sedazione.

Un’altra valida alternativa è la produzione di capsule, da somministrazione per bocca, contenenti il microbiota fecale liofilizzato: questa opzione può apparire più conveniente in alcuni casi, rispetto all’utilizzo di un catetere rettale, in particolare per facilitare la somministrazione del microbiota nei gatti.

La terapia per via rettale prevede due somministrazioni all’anno, mentre le capsule orali andranno fornite una volta al giorno per circa un mese.

Quali centri veterinari posso contattare per saperne di più?

Ospedale Veterinario Universitario “G. Gentile” – Ozzano dell’Emilia (BO)

  • Unità operativa di Gastroenterologia (email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.)

Sito web: https://site.unibo.it/ospedale-veterinario/it/piccoli-animali/gastroenterologia

  • Unità operativa di Nutrizione e Dietetica Clinica (email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.)

Sito web: https://site.unibo.it/ospedale-veterinario/it/piccoli-animali/nutrizione-e-dietetica-clinica

Ospedale Veterinario “Portoni Rossi” – Zola Predosa (BO)

  • Unità operativa di Medicina Interna (email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.)

Sito web: https://www.anicura.it/servizi-medici/cane/medicina-interna/

A cura del dott. Francesco Lunetta, DVM, PhD student
Ospedale Veterinario Universitario
Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie
Alma Mater Studiorum - Università di Bologna

© 2022 Pet Academy | All Rights Reserved
E.V. Soc. Cons. a r.l. - P.IVA 01032200196