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Post vacation blues: anche cani e gatti ne soffrono

La parola depressione è entrata nell’uso comune e indica uno stato d’animo di tristezza e di vuoto. In realtà, la depressione maggiore è un disturbo dell’umore caratterizzato da un deficit a livello emozionale e comportamentale dell’individuo. La sintomatologia è dominata da un’emozione di tristezza e disperazione continue che si alternano a rabbia, perdita di interesse e piacere nello svolgere le attività quotidiane. Anche il corpo è affaticato; spesso il ritmo del sonno e la qualità dell’appetito si modificano.

Le emozioni hanno il compito di comunicare agli altri che cosa stiamo provando e informare noi stessi in merito a ciò che ci fa bene o ci causa dispiacere e sofferenza. Ogni stimolo che proviene dall'ambiente esterno o dall’interno del nostro corpo può scatenare una risposta emotiva; tale risposta provoca una reazione di tipo fisiologico (come per esempio l’aumento della frequenza del respiro o del battito cardiaco) e comportamentale (cambiano l’espressione del volto, la postura, il tono della voce e così via). Al giorno d’oggi si preferisce parlare di esperienza emotiva poiché è stata dimostrata la presenza di una componente cognitiva: le emozioni non sono solo dettate da ciò che accade “nel qui e ora” ma è possibile imparare dalle esperienze passate e modificare il nostro comportamento.

È ormai dimostrato che il cane, il gatto e molti altri mammiferi sono capaci di provare emozioni primarie o di base (gioia, paura, tristezza, rabbia, disgusto, sorpresa cui è stato aggiunto il disprezzo). Per quanto riguarda le emozioni secondarie (gelosia, invidia, vergogna, rassegnazione e molte altre), invece, il mondo scientifico è ancora diviso per quanto riguarda il cane e il gatto. Inoltre, questi animali sono in grado di riconoscere quando i membri della famiglia sono tristi, arrabbiati o felici ascoltando il tono della voce, osservando il viso e la postura della persona. Gli animali non solo ci capiscono ma adattano il loro comportamento secondo ciò che noi proviamo.

Dog vacation blues

Il sistema comportamentale di attaccamento

La tristezza che caratterizza non solo la depressione maggiore ma anche altri disturbi dell’umore, è un segnale che indica l’attivazione del sistema di attaccamento. Cane e gatto stringono con i propri piccoli una relazione molto profonda, simile a quella tra una mamma e il proprio bambino. Nell’ultimo periodo di gravidanza le emozioni della madre sono già percepite dai cuccioli e dai gattini: accarezzare dolcemente l’addome della femmina gravida, per esempio, provoca una sensazione di piacere in tutti coloro che sono coinvolti nello scambio affettivo. La sintonia emozionale prosegue dopo il parto: la mamma non solo somministra il latte per sfamare i piccoli ma li lecca, li abbraccia e li riscalda. Le ghiandole poste tra la file delle mammelle della partoriente, inoltre, secernono i feromoni di appagamento che aiutano i cuccioli e i gattini a sentirsi “sereni” e rilassati. Durante il parto nasce il legame di attaccamento tra la mamma e i propri piccoli: questo legame permette la crescita fisica e psichica dei neonati e li sostiene durante tutta la vita. D’altra parte anche i cuccioli e i gattini stringono con la madre un legame di attaccamento che permette loro di accettare le cure e gli insegnamenti genitoriali. Durante la crescita il legame di attaccamento si “allarga” ai membri del gruppo con cui i piccoli vivono compresi i componenti della famiglia umana. Il legame tra cane, gatto e referente è da considerarsi al pari dell’attaccamento del bambino alla propria mamma. L’essere umano è a tutti gli effetti, la figura di riferimento/ accudimento di questi animali; tra le due specie nasce una vera e propria relazione affettiva.

La percezione di un’emozione profonda e duratura di tristezza è un campanello di allarme, un segnale che indica l’attivazione del sistema di attaccamento. Questa emozione permette al cane e al gatto di segnalare a coloro che fanno parte del suo nucleo famigliare la presenza di una difficoltà, il bisogno di vicinanza, di sostegno e conforto.

Post vacation blues, colpisce tutti i membri della famiglia

Nell’essere umano è descritta la depressione da rientro dopo le vacanze o post vacation blues. Questa sindrome è molto diffusa e si manifesta con stordimento, calo dell’attenzione, mal di testa, difficoltà digestive, disturbi del sonno, tristezza, ansia ed attacchi di panico. Sembra che i sintomi siano dovuti al ritorno alla quotidianità che comporta poco tempo da dedicare a se stessi, ritmi frenetici, mole di lavoro arretrato, responsabilità e preoccupazioni. Soprattutto per le persone ansiose il ritorno a casa è fonte di ulteriore stress: una lunga o una breve vacanza induce per costoro la post vacation blues.

Anche il cane e il gatto potrebbero mostrare sintomi simili quando la famiglia riprende i ritmi lavorativi abituali. Infatti, avere i referenti sempre a disposizione, trascorrere le giornate senza guardare l’orologio, realizzare lunghe passeggiate o giochi divertenti permette di scoprire una nuova sintonia affettiva. Inoltre, i membri della famiglia liberi da obblighi e preoccupazioni, sono più “disponibili”: osservano il comportamento degli animali e “sperimentano” nuove strategie comunicative.

Per attenuare i sintomi della depressione da rientro, secondo gli esperti,  è necessario “fare con calma” e tornare a casa qualche giorno prima dell’inizio dell’attività lavorativa così da avere il tempo per calarsi di nuovo nella vita di tutti i giorni. Fattori importanti sono anche l’attività fisica, l’alimentazione e le relazioni sociali: è necessario “muoversi”, fare pasti regolari e incontrare gli amici di sempre. Anche per quanto riguarda il cane e il gatto, è opportuno seguire consigli analoghi: almeno due volte il giorno ritagliare il tempo per lunghe passeggiate, coccole e giochi a volontà. Per quanto riguarda il cane, per iniziare con la “giusta zampa”, consiglio di invitare durante le gite in città altri referenti accompagnati dai “cani amici”. Gli amici di sempre, invece, possono rendere le serate più piacevoli al gatto di casa. 

Sembra che questa sindrome sia uno stato transitorio ma può essere un campanello d’allarme che indica la presenza di un disagio più profondo.

a cura della dott.ssa Sabrina Giussani,
Medico Veterinario Esperto in Comportamento Animale
Medico Veterinario Esperto in IAA
Diplomato Medico Veterinario Comportamentalista ENVF
Master in Etologia applicata e Benessere animale
Presidente Senior SISCA

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